(segue) La dottrina del Fascismo: I. Idee fondamentali - II. Dottrina politica e sociale
(giugno 1932)
[Inizio scritto]

      «Per noi la Nazione è soprattutto spirito e non soltanto territorio. Ci sono Stati che hanno avuto immensi territori e che non lasciarono traccia alcuna nella storia umana. Non è soltanto numero, perché si ebbero, nella storia, degli Stati piccolissimi, microscopici, che hanno lasciato documenti memorabili, imperituri nell'arte e nella filosofia.
      «La grandezza della Nazione è il complesso di tutte queste virtù, di tutte queste condizioni. Una Nazione è grande quando traduce nella realtà la forza del suo spirito». (Discorso di Napoli, 24 ottobre 1922; I discorsi della Rivoluzione. Milano, Imperia, 1923, p. 58; ora nell'edizione definitiva Hoepli, vol. II, pag. 346).
      «Noi vogliamo unificare la Nazione nello Stato sovrano, che è sopra di tutti e può essere contro tutti, perché rappresenta la continuità morale della Nazione nella storia. Senza lo Stato non c'è Nazione. Ci sono soltanto degli aggregati umani, suscettibili di tutte le disintegrazioni che la storia può infliggere loro». (Al Consiglio Nazionale del Partito fascista, 8 agosto 1924; La nuova politica dell'Italia. 4a ed., Milano, Alpes, 1928, p. 319; ora nell'edizione definitiva Hoepli, vol. IV).
      (21) «Io credo che i popoli... se vogliono vivere, debbono sviluppare una certa volontà di potenza; altrimenti vegetano e vivacchiano e saranno preda di un popolo più forte che questa volontà di potenza ha maggiormente sviluppata». (Discorso al Senato, 28 maggio 1926; in Discorsi del 1926, ed. cit.; ora nell'edizione definitiva Hoepli, vol. V).
      (22) «È il fascismo che ha rifoggiato il carattere degli italiani, scrostando dalle nostre anime ogni scoria impura, temprandolo a tutti i sacrifizi, dando al volto italiano il suo vero aspetto di forza e di bellezza». (Discorso a Pisa, 25 maggio 1926; in Discorsi del 1926, ed. cit., p. 193; ora nell'edizione definitiva Hoepli, vol. V).

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