(segue) Prefazione agli atti del Gran Consiglio
(13 gennaio 1933)
[Inizio scritto]
Nelle sessioni del Gran Consiglio
del 1926 e del 1927 furono gettate le basi dello Stato Corporativo,
che fu perfezionato negli anni successivi, con il Consiglio Nazionale
delle Corporazioni, con il Comitato Corporativo centrale, con i
Consigli provinciali dell'economia corporativa, con il funzionamento
della Magistratura del lavoro, con l'elaborazione delle prime «norme»
corporative fra diverse categorie di produttori, norme la cui
applicazione non ha dato luogo a nessuno degli inconvenienti che si
temevano.
Questo periodo di attività
del Gran Consiglio è legato ad avvenimenti storici memorabili
come la soluzione della questione romana, il plebiscito del 1929, i
grandi problemi internazionali dell'economia e del disarmo, la
pacificazione completa delle nostre Colonie africane, l'origine e lo
sviluppo della crisi mondiale.
Tutti questi problemi sono stati
affrontati nelle sedute notturne del Gran Consiglio, unitamente a
quelli di ordine interno del Partito e delle organizzazioni del
Regime.
È in questo periodo che lo
stesso Gran Consiglio si dà la sua legge, cioè entra
nella costituzione, assegnandosi compiti e doveri straordinariamente
importanti e fondamentali. Con la sua costituzionalizzazione, il Gran
Consiglio resta non solo il consesso supremo del Regime, ma un organo
squisitamente rivoluzionario, che garantisce, al disopra degli
uomini, la continuità storica della Rivoluzione.
L'opera del Regime, e soprattutto,
quindi, quella del Gran Consiglio, deve inflessibilmente essere
diretta ad evitare che la lettera corrompa lo spirito, che la materia
mortifichi l'ideale, che i piccoli bisogni, interessi, appetiti degli
individui, possano prevalere sugli interessi generali del popolo.
Non sarà mai abbastanza
ricordato che il fascista ha una duplice somma di doveri da compiere,
nel confronto degli altri cittadini. In ogni seduta del Gran
Consiglio non sono mancati appelli a capi e gregari perché
fossero e siano degni della Rivoluzione. La Rivoluzione è
un'idea che ha trovato delle baionette, ma le baionette sono portate
dagli uomini: tutto torna agli uomini e la Rivoluzione, nel suo
sviluppo, sarà legata alla capacità, alla tempra, al
carattere degli uomini.
(segue...)
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