(segue) XXIV Maggio
(23 maggio 1933)
[Inizio scritto]

      E qual'era lo stato d'animo, il «morale» dell'esercito tedesco dopo la Marna? Ce lo dice il colonnello Bauer del Comando Supremo germanico. Il panico — egli dice — s'impadronì dell'intero esercito ma le cose andavano soprattutto peggio al Comando Supremo. Moltke era completamente affranto, sedeva pallido e apatico davanti alla carta. Era un uomo finito. Il generale Hein dichiarava invero che non bisognava perdere la testa, ma non interveniva. Ora, Cadorna non perdette la testa, ma riuscì a condurre l'esercito oltre il Piave, dove l'affluire dei complementi e delle reclute del 1899, ristabilì la situazione.
      I franco-inglesi montarono in trincea all'indomani dell'ordine austriaco di sospensione di ogni operazione offensiva nel dicembre. Un mese appena dopo nella battaglia che fu detta dei Tre Monti sull'altipiano di Asiago — nel gennaio del 1918 — si rivelava nuovamente la ripresa offensiva degli italiani. È il 1918 l'anno solare della guerra italiana.
      Nel mese di aprile due divisioni italiane furono mandate a combattere in Francia e si copersero di gloria. È il generale tedesco von Schultz che dà atto: che, a Bligny, la terza divisione italiana si è battuta meravigliosamente. Il generale francese Mangin così scrive ad Albricci dopo l'azione sullo Chemin des Dames: Felicitate in mio nome le vostre valorose truppe che sotto il vostro energico comando hanno conquistato la posizione dello Chemin des Dames su tutta la larghezza della fronte loro assegnata e d'un solo slancio raggiungono ed anche sorpassano l'Ailette. E Petain all'atto del ritorno degli italiani in Patria: Quando nell'aprile del 1918 il secondo Corpo d'Armata italiano giunse in Francia, la sua reputazione di valore era già consacrata dai nomi gloriosi di Piava, Montecucco, Vodice, Montesanto, Bainsizza, Montello. Sapevo che molto potevo domandare a simili truppe. In nome dell'esercito francese io le ringrazio. L'Italia può essere fiera del generale Albricci e delle truppe che al suo comando hanno combattuto vittoriosamente sul suolo di Francia. E nel 1931 facendo l'elogio di Foch, Petain confermerà che il 2° Corpo d'Armata italiano contribuì con la sua condotta eroica a sbarrare ai tedeschi la strada di Epernay.

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