(segue) XXIV Maggio
(23 maggio 1933)
[Inizio scritto]

      La vittoria che decise le sorti degli Imperi centrali fu quella sul Piave. Fu quella la prova suprema della bicipite monarchia. Fu il disperato tentativo di trovare una soluzione in Italia. L'ordine dato dal Feld-Maresciallo Boroevic, precisava che l'attacco deve scatenarsi come un uragano e con una ininterrotta instancabile penetrazione durante giorno e notte e deve portarsi sino all'Adige. Il morale delle truppe nemiche era ottimo, il generale tedesco von Kramon racconta ch'egli la giornata del 15 giugno si trovava a Merano insieme con von Arz, Capo di S. M. austriaco. C'era anche l'Arciduca Federico il quale portava con sé un bastone da Maresciallo — dono dei generali austriaci — da consegnare all'Imperatore Carlo in Vicenza o in altro territorio italiano, quale ricordo della vittoria. Il pranzo fu gaio e allegri i brindisi, quando von Arz fu chiamato al telefono. Restò nella cabina alcuni minuti che parvero lunghissimi ai commensali aspettanti. Tornò con la faccia nera. La prima giornata dell'uragano si chiudeva con parziali successi austriaci riportati con perdite sanguinosissime. Le cinquantaquattro divisioni austro-ungariche non avevano sfondato in nessuna parte il fronte tenuto da cinquanta divisioni italiane, tre inglesi, due francesi. A pagina 171 del libro di Alberti è riportato il melanconico racconto della disfatta steso dallo stesso generale von Arz, racconto che si chiude con queste drammatiche, rassegnate parole: L'offensiva non era riuscita e l'Imperatore, triste, tornava a Vienna. L'ordine di ritirata delle truppe austro-ungariche fu dato il 22 giugno e cominciò alle ore tre del 23.
      Per avere una esatta nozione sulla importanza terribile della battaglia del Piave bastano le cifre delle perdite nemiche. Gli austro-ungarici ebbero fra gli ufficiali 773 morti, 2864 feriti, 524 dispersi e fra i soldati 17.474 morti, 88.539 feriti, 39.048 dispersi. Totale delle perdite nemiche 149.042 uomini. Le perdite italiane salirono, negli ufficiali a 416 morti, 1343 feriti, 1153 dispersi. Fra i soldati si ebbero 7585 morti, 27.613 feriti, 46.504 dispersi. Totale delle perdite italiane: 84.614 uomini. Le perdite degli inglesi furono fra gli ufficiali 26 morti, 84 feriti, 11 dispersi e fra la truppa 244 morti, 1040 feriti, 354 dispersi. Le perdite dei francesi furono fra gli ufficiali 4 morti, 18 feriti e fra la truppa 92 morti, 463 feriti, 15 dispersi. Queste cifre dimostrano che la battaglia del Piave fu una delle più grandi della storia. Grande anche per le ripercussioni che provocò. I combattenti italiani hanno il diritto di leggere con orgoglio questa pagina di Ludendorff dedicata alla battaglia del Piave. Il Comando austriaco — scrive Ludendorff — si diceva sicuro della vittoria; il generale von Arz indicava come meta la valle del Po. I miei presagi divennero più neri quando appresi che l'offensiva austro-ungarica era stata differita al 15 giugno. In quel giorno e nei seguenti tutta l'attenzione di Hindenburg e la mia erano concentrate sulla fronte italiana. Intuivamo che colà avveniva qualche cosa di decisivo, forse la decisione, per l'ulteriore corso della guerra. Quando ci giunse, fin dal secondo giorno della battaglia, la notizia che l'offensiva era fallita e che le truppe austro-ungariche del gruppo di eserciti del Maresciallo Conrad, sulle quali facevamo il massimo assegnamento, erano state così duramente provate ed avevano subito perdite così gravi che erano incapaci di un nuovo sforzo, sentimmo che la partita era perduta.

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