(segue) Il Patto a quattro
(7 giugno 1933)
[Inizio scritto]

      Il patto di Locarno è dell'ottobre 1925. Il patto a quattro ne costituisce lo sviluppo logico, necessario. Il patto di Locarno è una pietra miliare dell'assestamento europeo. Esso tende a soddisfare — secondo le parole del suo stesso testo — «il desiderio di sicurezza e di protezione che anima le Nazioni che hanno dovuto subire il flagello della guerra del 1914-1918». Nel patto di Locarno la posizione delle quattro Potenze veniva nettamente definita, stabilendo una premessa da cui in prosieguo di tempo potevano scaturire determinate conseguenze. La politica europea negli anni che hanno seguito la sua stipulazione se ne è spesse volte, troppe volte, allontanata.
      Era ormai tempo che le quattro Potenze occidentali, ritornando ai principi che avevano presieduto agli accordi del 1925, si impegnassero solennemente a collaborare, a concertarsi, ad intendersi su tutte le questioni che le riguardavano: si impegnassero a fare tutti gli sforzi per realizzare una politica di collaborazione effettiva, oltre che fra di esse, anche con le altre Potenze. È questo appunto l'impegno che il nuovo patto solennemente consacra all'art. 1°, che ne costituisce il suo punto fondamentale e da cui gli articoli seguenti discendono ed a cui si ricollegano.
      Lo schema primitivo del patto è quello pubblicato dai giornali. Dico subito che si trattava di uno schema, il che ammetteva, anzi imponeva, una successiva più completa elaborazione, che non si discostasse, tuttavia, dai principi fondamentali da me posti alla base del patto stesso, per renderlo più aderente alla realtà, più concreto nelle sue clausole e nella sua durata, in confronto di altri patti ad obiettivi più generici o universali.
      La prima elaborazione dello schema avvenne nei giorni 17, 18 marzo, durante la gradita visita di Mac Donald e Simon a Roma. I due ministri inglesi accettarono fino dal principio l'impostazione politica del patto.

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