(segue) Il Patto a quattro
(7 giugno 1933)
[Inizio scritto]

      Una ulteriore elaborazione ebbe luogo a Parigi, e successivamente è sulla versione francese che si sono svolti i negoziati per conciliare in un testo definitivo i punti di vista non sempre coincidenti delle quattro Potenze interessate.
      Molte delle opposizioni suscitate dal patto sono l'effetto di reazioni di ordine sentimentale, più che di un meditato esame della realtà. Non si tratta di protocollare e consacrare una gerarchia definitiva e immutabile degli Stati. Tale gerarchia, per quanto riguarda i quattro Stati dell'Europa occidentale, obiettivamente, storicamente esiste; ma gerarchia non significa supremazia o direttorio, che imponga la propria volontà agli altri. Nella stessa Società delle Nazioni, organismo che fu ispirato da concezioni ortodossamente democratiche e ugualitarie, una gerarchia fra gli Stati fu stabilita dal «Covenant» o atto di fondazione della Lega per cui alcuni Stati avrebbero avuto ed hanno un seggio permanente nel Consiglio della Lega, altri lo avrebbero e lo hanno avuto semipermanente, altri, invece, a turno. Gli Stati che hanno così un seggio permanente alla Lega sono precisamente i quattro Stati dell'occidente? Inghilterra, Francia, Germania, Italia. Questi Stati hanno quindi, secondo lo statuto della Lega, la possibilità di un'azione diretta e costante, hanno quindi maggiori responsabilità di fronte a se stessi e al mondo. Dallo stato più o meno normale e cordiale delle loro relazioni dipende anche e soprattutto la tranquillità e il pacifico sviluppo degli altri Stati.
      Gli articoli «politici» del patto sono tre e precisamente, oltre il primo che ho già ricordato, il secondo e il terzo. È perfettamente comprensibile che l'elaborazione di essi abbia richiesto molto tempo e molte conversazioni. È stato ammesso, accompagnato dagli articoli 10 e 16 del patto, l'art. 19 che contempla la possibilità di una revisione pacifica dei trattati. Qui si sono pronunciate le maggiori opposizioni al principio e durante lo svolgimento dei negoziati come alla fine del negoziato stesso, le difficoltà maggiori si sono avute per l'art. 3, relativo al disarmo.

(segue...)