(segue) Il Patto a quattro
(7 giugno 1933)
[Inizio scritto]
La questione della revisione e
l'art. 19 che ad essa si riferisce, Sono iscritti nel Patto della
Società delle Nazioni. Altri patti complementari del
«Covenant» si sono riferiti ed hanno sviluppato tale o
tale altro principio, tale o tale altro articolo.
Il Patto a quattro fa, invece,
riferimento a tutti i principi consacrati nel Patto della Società
delle Nazioni e nei patti che l'hanno seguito, e fa specifica
menzione dell'art. 19. Esso mira a ristabilire l'equilibrio tra tutti
gli articoli del «Covenant», come è indispensabile
che si voglia, se si deve fare opera costruttiva e duratura.
Sta attualmente svolgendosi in
taluni Paesi una rumorosa campagna antirevisionista, ma si
dimenticano le ammissioni contenute nell'ampio recente discorso di
Benes al Parlamento di Praga. Il ministro degli Esteri della
Repubblica Cecoslovacca ha aperto uno spiraglio revisionista nel muro
della negazione dogmatica di ogni principio di revisione. Nel suo
discorso, che ho attentamente letto come meritava l'importanza della
materia e la posizione politica dell'oratore, il ministro Benes non
si è dichiarato antirevisionista «sub specie
aeternitatis», ma ha subordinato ogni tentativo di revisione al
preesistere di determinate condizioni, e cioè: un momento di
tranquillità generale, la possibilità di contropartite
e l'entità effettiva della revisione.
Non nel mio schema primitivo, e
meno ancora nei successivi, fu mai questione di imporre con la forza,
da parte dei quattro, una qualsiasi revisione dei trattati. Dalla
fine della guerra — di questa come di tutte quelle che l'anno
preceduta — è in atto un processo di adattamento dei
trattati di pace. Sarebbe inutile, anzi pericoloso, nascondersi che
tale processo esiste e che esso ha proceduto spesse volte attraverso
difficoltà ben più gravi di quelle che in un'atmosfera
di maggiore, reciproca fiducia e comprensione sarebbero esistite.
(segue...)
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