(segue) Il Patto a quattro
(7 giugno 1933)
[Inizio scritto]

      Il quarto paragrafo del preambolo ricorda e conferma a sua volta il Patto Kellogg e il principio del «No force pact» contenuto nella dichiarazione dell'11 dicembre 1932 della quale è parte fondamentale il principio della parità dei diritti nei riguardi, oltre che della Germania, degli altri Stati disarmati per trattato.
      Lo schema originario registrava un pensiero politico in veste essenzialmente politica.
      La redazione concordata, oltre che tenere conto e conciliare le preoccupazioni e i «desiderata» delle varie parti, è un testo legale di accordo. Ma quello che importava mantenere e sancire, è stato mantenuto e sancito.
      Occorre dire ancora una volta che il Patto non è diretto contro nessuno? Esso non significa imposizione di volontà nei riguardi di chicchessia; afferma dei principi, stabilisce procedure, conferma e sviluppa vecchi impegni, e ne stabilisce del nuovi. Esso allontana ogni idea di raggruppamenti contrapposti o di finalità politiche antagonistiche e mira a salvaguardare e conciliare gli interessi dei singoli Stati con l'interesse supremo, comune a tutti, il consolidamento della pace, la possibilità della ricostruzione. (Vivi applausi).
      Mi sia concesso ora di parlare dell'apporto dato alla negoziazione dai singoli Stati e soprattutto dallo spirito col quale il negoziato si è svolto. Sin dal primo momento, Mac Donald e Simon hanno realizzato la possibilità del Patto. Nel colloquio a Palazzo Venezia e alla Ambasciata britannica poi, in discussioni che si prolungarono fino a tarda ora della notte, lo schema primitivo fu sottoposto a un esame dettagliato, ma l'essenza del patto non fu mai in questione.
      L'atteggiamento immediatamente favorevole del Primo Ministro e del Ministro degli Esteri britannico, atteggiamento che trovò pochi giorni dopo una eloquente e coraggiosa espressione nel forte discorso pronunziato da Mac Donald alla Camera dei Comuni, decideva delle sorti del Patto.

(segue...)