(segue) Il Patto a quattro
(7 giugno 1933)
[Inizio scritto]
La Francia ha fornito un esempio
di collaborazione sul piano europeo del quale bisogna renderle atto.
Nella migliorata atmosfera del
Patto a quattro è perfettamente possibile una sollecita
liquidazione di talune particolari questioni che dividono l'Italia
dalla Francia, già auspicata dal signor Herriot, come di altre
che possono interessare la Germania e la Francia. Stabilita con la
firma del Patto, una nuova situazione di fiducia reciproca e di
collaborazione, le questioni pendenti tra Francia ed Italia assumono,
infatti, nel nuovo quadro della politica europea, un carattere
diverso da quello che hanno avuto finora, e più agevoli
diventano le possibilità di soluzione. (Vivissimi, prolungati
e generali applausi).
Ispirato da un altrettanto vivo
desiderio dì collaborazione è stato l'atteggiamento
della Germania. Vi è stato un momento nel quale un'interessata
campagna condotta dagli elementi sconfitti dalla rivoluzione
nazional-socialista, aveva fatto risorgere fantasmi di guerra. Il
grande discorso di Hitler del 17 maggio ha immediatamente chiarito la
situazione. Discorso moralmente coraggioso e politicamente
tranquillizzatore.
La Germania vuole la pace e non la
guerra: una pace costruttiva all'interno e all'estero. Questo il
punto centrale del discorso, che conteneva anche una esplicita
adesione al Patto a quattro. Con la sua adesione prima, e
collaborando con larghezza di vedute all'elaborazione del Patto, e
autorizzando un'ora fa l'Ambasciatore tedesco ad apporre ad esso la
sua sigla (vivi applausi) Hitler ha dato prova concreta, tangibile,
degli intendimenti che animano il suo Governo. Discorsi intonati agli
stessi principi furono pronunciati da Goering, il quale a Dusseldorf,
ha dichiarato che la Germania del terzo Reich sarà il baluardo
della pace e da Hitler in occasione delle elezioni di Danzica.
La volontà di pace della
Germania è dovunque solennemente riaffermata. Bisogna rendersi
conto che quella attualmente in corso in Germania è una
profonda rivoluzione non soltanto nazionale ma sociale, e che
pretendere di giudicarla col metro della Germania dell'anteguerra è
per lo meno azzardato. (Approvazioni).
(segue...)
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