(segue) Il Patto a quattro
(7 giugno 1933)
[Inizio scritto]
Si è voluto da qualcuno
intravvedere, nell'art. 4, la tendenza, almeno potenziale, verso la
costituzione di un fronte unico. Ora io tengo a dichiarare,
formalmente, che una simile idea non è mai stata nel pensiero
del Governo italiano né in quello degli altri Stati firmatari
del Patto a quattro. Tengo a ripetere che nell'economia del Patto è
insita l'idea della collaborazione con tutti gli altri Stati, grandi
e piccoli, europei ed extra europei, ed in particolare con gli Stati
Uniti, senza il cui valido e pratico contributo, un'opera stabile e
costruttiva di pacificazione politica e di restaurazione economica
mondiale, non è possibile. (Vivi applausi).
Il Governo italiano, invitando i
quattro Stati partecipi al Patto di Locarno a collaborare fra essi e
con gli altri Stati per realizzare una politica costruttiva di pace,
ha voluto che, nelle turbate condizioni d'Europa, si compiesse
un'opera di alto idealismo e realismo politico. Il Governo italiano
ha mirato e tende a creare una nuova atmosfera politica, nella quale
le singole questioni di ordine politico ed economico, a mano a mano
che si presenteranno per lo svolgimento naturale degli avvenimenti,
possano essere esaminate senza partito preso e trovare una soluzione
secondo l'intrinseca sostanza e nell'interesse di tutti. Il Governo
Fascista ha trovato negli altri Governi comprensione e rispondenza,
anche per la conclusione del negoziato. Esso ha la coscienza delle
difficoltà che esistono attualmente in Europa nel campo
politico ed in quello economico e misura il valore di una sincera
politica di collaborazione, non solo dall'effetto che se ne
ripromette per la loro soluzione; ma dall'inevitabile accrescimento
progressivo di queste difficoltà, ove tale politica di
collaborazione non fosse attuata.
È evidente che le
conseguenze del Patto a quattro saranno più o meno rapidamente
feconde in relazione al suo effettivo funzionamento. Non bisogna
credere che non vi saranno più contrasti e che i contrasti
saranno magicamente sanati. Questo ottimismo io lo ho già
aggettivato. No. Come ho già detto, il Patto è stato
appunto creato per avere la possibilità di risolvere le
questioni che la situazione a volta a volta impone. Per questo il
Patto deve essere operante e senza indugio e a completamento delle
normali relazioni diplomatiche, dovranno verificarsi degli incontri
più o meno periodici, più o meno frequenti a seconda
delle necessità tra i fattori direttamente responsabili della
politica estera dei quattro Stati.
(segue...)
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