(segue) Ritorno alla terra
(4 luglio 1933)
[Inizio scritto]

      I provvedimenti che il Governo Fascista ha preso, per sollevare le sorti dell'agricoltura italiana, specialmente difficili in talune regioni dell'Italia settentrionale, sono stati molteplici ma i principali sono stati i seguenti: 1°) equa difesa doganale di talune voci dell'agricoltura italiana, senza mai ricorrere al pessimo sistema dei contingentamenti; 2°) provvedimenti speciali a favore di determinate provincie particolarmente colpite, consistenti in un contributo dello Stato nei pagamenti degli interessi dei debiti onerosi; 3°) contributi di 6 milioni all'anno per 30 anni a favore dell'Associazione dei Consorzi agrari, l'associazione che fornisce macchine, concimi, sementi agli agricoltori; 4°) aiuti a fondo perduto agli agricoltori benemeriti nella misura di milioni 46 all'anno per 25 anni. L'onere complessivo gravante sull'Erario italiano in conseguenza di questi provvedimenti sia pure diluito nel tempo, è di milioni 1740 che capitalizzati in valore attuale rappresentano circa 900 milioni.
      Queste misure ed altre che sono allo studio non hanno risolto la crisi agricola, ma l'hanno indubbiamente alleviata. La risoluzione sta nell'aumento moderato e logico dei prezzi e l'aumento non sarà il risultato di manovre monetarie, ma di un'aumentata capacità di consumo. Questo sarà la conseguenza di una situazione generale che permetta la ripresa degli affari, in un ambiente politico di collaborazione e di pace mondiale.