Fra due civiltà
(22 agosto 1933)
Nel mese di
agosto, il Congresso socialista francese pose in evidenza la profonda
crisi del socialismo; un gruppo di giovani, assumendo il nome di
neosocialisti, volle opporsi ai dogmi del socialismo tradizionale,
con atteggiamenti nei quali si sentiva, sebbene deformata,
l'influenza del Fascismo: ne sorsero polemiche e dissensi senza fine.
Da esse prende lo spunto il seguente articolo, che fu scritto per
l'«Universal Service» e venne pubblicato sul «Popolo
d'Italia» del 22 agosto 1933:
Il movimento di fronda che si è
sollevato nel recente congresso del partito socialista francese, non
va sopravalutato. Anzitutto il partito socialista francese, malgrado
la sua notevole rappresentanza parlamentare, non è una delle
forze storiche operanti della Francia. È un'organizzazione
politico-amministrativa, che ha scarso potere di presa sulle masse
del popolo francese, specialmente di quello rurale. L'elettore
francese vota magari per Blum, ma non prende sul serio le sue
dottrine: vota per Blum per fare un dispetto a un altro candidato.
Anche ristretta in questi termini, una certa importanza, soprattutto
ai fini di votare o no per un ministero, il partito socialista
francese l'ha ancora, quantunque sia ben lontana dai tempi nei quali
pontificava Jaures, più tribuno che teorico, più
oratore che uomo d'azione. Ora, nel recente congresso dei socialisti,
alcuni oratori si sono levati, col proposito di disincagliare il
partito dalle sue troppe dogmatiche e irrealizzabili formulazioni
dottrinarie, per avviarlo su nuove direttive, riconciliandolo con
questi principi e con questi istituti: lo Stato, la Nazione,
l'Autorità e la Gioventù. Parole piene di significato,
che il vocabolario marxista aveva cancellato dalle sue pagine, poiché
per il profeta di Treviri lo Stato non è che il Comitato
d'affari della borghesia; la Nazione è un concetto
ritardatario che deve essere superato dalla internazionale e
l'Autorità è un principio antitetico alle
rivendicazioni sempre più «radicali» o estremiste
del proletariato. Sentire, quindi, pronunziare queste parole da
oratori socialisti da una tribuna di un congresso socialista, ha
suscitato una certa impressione e una considerevole scia di commenti.
Si è parlato di fascismo e di neo-socialismo. Ci sono state
varie battute polemiche fra gli ortodossi e questi neosocialisti o
fascisti, ma la situazione non ha avuto ulteriori sviluppi.
(segue...)
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