Italia e Russia
(30 settembre 1933)
Il 2 settembre
1933 veniva firmato a Roma, a Palazzo Venezia, da S. E. il Capo del
Governo, Ministro degli Affari Esteri e da S. E. W. Potemkine,
Ambasciatore dell'U.R.S.S. il patto italo-sovietico di amicizia, non
aggressione e neutralità. Da tale avvenimento fu occasionato
il seguente articolo, scritto per l'«Universal Service» e
pubblicato sul «Popolo d'Italia» del 30 settembre 1933:
Nella giornata di sabato, 2
settembre, l'Italia, alla sua già lunga serie di patti di
amicizia e di non aggressione, ne ha aggiunto un altro, stipulato con
la Russia Sovietica. Questo Patto è stato elaborato e firmato
nel periodo in cui nel campo internazionale si affacciava l'ipotesi
errata che il Patto a quattro fosse anche un tentativo per isolare la
Russia. L'Italia, con la firma del Patto odierno, ha fatto dileguare
ogni dubbio sui pretesi fini reconditi del Patto di Roma.
Tale idea del resto era
assolutamente ingiustificata, perché l'Italia, fin dal 7
febbraio 1924 aveva ripreso, primissima, le normali relazioni
diplomatiche con la Russia, e sin da allora aveva sempre perseguito
una aperta e leale politica di intensificazione degli scambi con la
Repubblica dei Sovieti, anche prima del presente trattato, che ne fu
lo sbocco e il coronamento.
D'altro lato, se è vero che
per qualche tempo la Russia fu isolata dalle altre Potenze
occidentali nel campo internazionale, è anche vero che il
signor Herriot nel tempo della sua permanenza al potere iniziò
una politica di riavvicinamento della Francia alla Russia, che fu
suggellata il 19 novembre 1932, da un trattato franco-russo. Con
l'Inghilterra, le relazioni della Russia subirono numerosi alti e
bassi, vennero interrotti varie volte i rapporti diplomatici, ma poi
vennero costantemente ripresi.
(segue...)
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