(segue) Italia e Russia
(30 settembre 1933)
[Inizio scritto]

      In quanto alla Germania, fin dal 1922, le sue relazioni con la Russia erano più cordiali di quanto non fossero quelle da parte sua esistenti con le altre Potenze. Il rivolgimento interno della Germania ha mutato in qualche modo questa situazione di fatto. Si può ammettere che tra due Nazioni rette su sistemi di politica e di idee analoghi, si possa stabilire una più facile corrente di scambi e di simpatie sociali e culturali, ma è anche dimostrato che tali possibili simpatie e affinità elettive non debbono guidare in modo dominante e meno ancora esclusivo, la politica estera e le relazioni internazionali dei grandi popoli.
      L'Italia è di questo un esempio parlante e significativo. In ogni suo atto, il mio Governo ha sempre lealmente e chiaramente tenuto fede al principio del massimo rispetto verso la volontà manifestata da ciascun popolo con gli ordinamenti interni che lo reggono.
      Il Patto a quattro fu iniziato e concluso dall'Italia fascista in collaborazione con la Monarchia costituzionale inglese, con la Repubblica democratica e parlamentare francese e con il Reich nazionale socialista germanico. Di fronte alle idee e ai metodi di governo dei singoli popoli, noi chiediamo loro soltanto quello che tributiamo loro; lo stesso rispetto verso di noi, per gli ordinamenti che ci riguardano dentro le nostre frontiere, e per l'autorità e il prestigio dell'Italia oltre frontiera.
      Non v'è contraddizione alcuna nel fatto che il mie Governo stenda la mano lealmente amica a Nazioni di così diversi Governi. In realtà questo risponde alla profonda coerenza della mia politica di pacifici accordi tra le Nazioni. Nei riguardi della Russia, poi, è mia convinzione che convenga facilitarle di uscire dall'isolamento, e di avvicinarla alla collaborazione con le Potenze occidentali, ai fini comuni della civiltà e della pace.

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