(segue) Discorso del XIV novembre per lo Stato Corporativo
(14 novembre 1933)
[Inizio scritto]
Oggi rispondo: la crisi è
penetrata così profondamente nel sistema che è
diventata una crisi del sistema. (Vivi applausi).
Non è più un trauma,
è una malattia costituzionale.
Oggi possiamo affermare che il
modo di produzione capitalistica è superato e con esso la
teoria del liberalismo economico che l'ha illustrato ed apologizzato.
Io voglio tracciarvi a grandi
linee quella che è stata la storia del capitalismo nel secolo
scorso, che potrebbe essere definito il secolo del capitalismo. Ma
prima di tutto, che cosa è il capitalismo? Non bisogna fare
una confusione tra capitalismo e borghesia. La borghesia è
un'altra cosa. La borghesia è come un modo di essere che può
essere grande e piccolo, eroico e filisteo.
Il capitalismo viceversa è
un modo di produzione specifico, è un modo di produzione
industriale.
Giunto alla sua più
perfetta espressione, il capitalismo è un modo di produzione
di massa per un consumo di massa, finanziato in massa attraverso
l'emissione del capitale anonimo nazionale e internazionale. Il
capitalismo è quindi industriale, e non ha avuto nel campo
agricolo manifestazioni di grande portata.
Il distinguerci nella storia del
capitalismo tre periodi: il periodo dinamico, il periodo statico, il
periodo della decadenza.
Il periodo dinamico è
quello che va dal 1830 al 1870. Coincide con la introduzione del
telaio meccanico e con l'apparire della locomotiva. Sorge la
fabbrica. La fabbrica è la tipica manifestazione del
capitalismo industriale, è l'epoca dei grandi margini, e
quindi la legge della libera concorrenza e la lotta di tutti contro
tutti può giocare in pieno. Ci sono dei caduti e dei morti che
poi la Croce Rossa raccoglierà. Anche in questo periodo ci
sono delle crisi, ma sono crisi cicliche, non lunghe, non universali.
(segue...)
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