(segue) Discorso del XIV novembre per lo Stato Corporativo
(14 novembre 1933)
[Inizio scritto]

      Il capitalismo ha ancora tale vitalità e tale forza di ricupero che le può superare brillantemente. È l'epoca nella quale Luigi Filippo grida: «arricchitevi!». L'urbanesimo si sviluppa. Berlino che faceva 100.000 abitanti all'inizio del secolo raggiunge il milione; Parigi da 560.000 all'epoca della rivoluzione francese va anche essa verso il milione. Così dicasi di Londra e delle città d'oltre Atlantico.
      La selezione in questo primo periodo di vita del capitalismo è veramente operante. Ci sono anche delle guerre. Queste guerre non possono essere paragonate alla guerra mondiale che noi abbiamo vissuta. Sono guerre brevi. Quella italiana del 1848-1849 dura 4 mesi, il primo anno, 4 giorni il secondo; quella del 1859 dura poche settimane. Altrettanto dicasi di quella del 1866. Ne più lunghe sono le guerre prussiane. Quella del 1864 contro i Ducati di Danimarca dura pochi giorni, quella del 1866 contro l'Austria, che è la conseguenza della prima, dura pochi giorni e si conclude a Sadowa. Anche quella del 1870, che ha le tragiche giornate di Sedan, non dura più di due stagioni.
      Queste guerre, oserei dire, eccitano in un certo senso l'economia delle Nazioni, tanto è vero che appena otto anni dopo, nel 1878, la Francia è già nuovamente in piedi e può organizzare l'Esposizione universale, avvenimento che fece riflettere Bismarck.
      Quello che accadde in America, non lo chiameremo eroico. Questa è parola che dobbiamo riservare alle vicende di ordine esclusivamente militare; ma è certo che la conquista del Far West è dura e fascinosa ed ha avuto i suoi rischi ed i suoi caduti, come una grande conquista.
      Questo periodo dinamico del capitalismo dovrebbe essere compreso fra l'apparire della macchina a vapore e il taglio dell'istmo di Suez.

(segue...)