(segue) Discorso del XIV novembre per lo Stato Corporativo
(14 novembre 1933)
[Inizio scritto]
Sono quarant'anni. Durante questi
quarant'anni lo Stato osserva, è assente e i teorici del
liberalismo dicono: voi, Stato, avete un solo dovere, di far sì
che la vostra esistenza non sia nemmeno avvertita nel settore
dell'economia. Meglio governerete, quanto meno vi occuperete dei
problemi di ordine economico.
L'economia quindi in tutte le sue
manifestazioni è delimitata solo dal Codice Penale e dal
Codice di Commercio.
Ma dopo il 1870 questo periodo
cambia. Non più la lotta per la vita, la libera concorrenza,
la selezione del più forte. Si avvertono i primi sintomi della
stanchezza e della deviazione del mondo capitalistico.
S'inizia l'era dei cartelli, dei
sindacati, dei consorzi, del «trust». Certamente io non
mi indugerò perché voi possiate avvertire la differenza
che passa fra questi quattro istituti.
Le differenze non sono rilevanti,
o quasi.
Sono le differenze che passano fra
le imposte e le tasse. Gli economisti non le hanno ancora definite.
Ma il contribuente che va allo sportello trova che è
completamente inutile discutere, perché o tassa o imposta egli
deve pagare. Non è vero, come ha detto un economista italiano
dell'economia liberale, che l'economia trustizzata, cartellata,
sindacata, sia il risultato della guerra. No, perché il primo
cartello carbonifero in Germania, sorto a Dortmund, è del
1879.
Nel 1905, dieci anni prima che la
guerra mondiale scoppiasse, in Germania si contavano 62 cartelli
metallurgici.
C'era un cartello della potassa
nel 1904, un cartello dello zucchero nel 1903, dieci cartelli c'erano
nell'industria vetraria. Nel complesso, in quell'epoca, dai 500 ai
700 cartelli si dividevano in Germania, il governo dell'industria e
del commercio.
(segue...)
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