(segue) Sintesi del Regime
(18 marzo 1934)
[Inizio scritto]

      Camerati!
      Cinque anni or sono io concludevo il mio discorso con queste parole: «Quando ci ritroveremo a Roma fra cinque anni, il rendiconto futuro dell'azione del Regime sarà ancora più ricco di eventi di quello odierno». I cinque anni sono trascorsi; ci siamo ritrovati in questa Assemblea e le previsioni di allora hanno trovato conferma pienissima. Così accadrà nel 1939 e successivi. Passano gli anni, ma la nostra fede è intatta come nelle vigilie di combattimento.
      Solo ci tormenta l'ansia di accelerare al massimo i tempi, poiché la mole del lavoro aumenta e le giornate ci sembrano troppo brevi. Perché il lavoro dia il rendimento massimo è necessaria la assoluta intransigenza ideale, la fedeltà assoluta ai principi, la distinzione sempre più netta fra sacro e profano e la vigilanza assidua contro tutto quanto possa anche lontanamente nuocere al prestigio morale del Regime. Tale prestigio è affidato come preziosissimo patrimonio a voi tutti che rappresentate le gerarchie del Regime. Anche in questo settore particolarmente delicato come negli altri, voi mi avete offerto e mi offrirete una collaborazione della quale vi do atto e per la quale vi sono grato.
      Partendo da questi criteri è facile identificare immediatamente ciò che è fascista da ciò che di fascista ha soltanto il nome. Basta una parola o una nostalgia o una proposta, per metterci in sospetto. E poiché non si può continuare a versare eternamente il vino nuovo negli otri vecchi, poiché il parlamentarismo non cadde mai più in basso di quanto non lo sia ora e dove non è abolito, agonizza, è chiaro, è logico, è fatale che la Corporazione funzionante, superi in quanto sistema di rappresentanza, questa istituzione che ci viene dall'altro secolo, prodotto di un determinato movimento di idee, esaurita oramai nel suo ciclo storico. La Rivoluzione ha dinanzi a sé molti compiti delicati e importanti. E il clima è sempre duro. I ritardatari, gli incerti, i nostalgici, li abbandoneremo al margine della strada. Il popolo italiano vuole avanzare sotto il segno del Littorio che significa unità, volontà, disciplina. Questa volontà del popolo italiano avrà domenica prossima un'altra occasione per manifestarsi. I fascisti dai maggiori ai minori, devono sentire l'umiltà e l'orgoglio di «servire» questo Stato, di assicurare benessere e potenza a questo popolo.

(segue...)