(segue) La situazione economica
(26 maggio 1934)
[Inizio scritto]

      Per quel che riguarda la volta precedente non è esatto, perché il Plebiscito del 1929 avvenne nel marzo e la riduzione degli stipendi si fece nel dicembre 1930. Ma poi questa faccenda del prima e del poi non ha senso.
      Si tratta di vedere la distanza che separa i due elementi. Il camerata Jung è testimone che io avrei molto desiderato di annunciare questo provvedimento proprio alla vigilia del Plebiscito, e se questo non è avvenuto si deve a delle ragioni di ordine materiale, tecnico, amministrativo sulle quali è inutile che io mi intrattenga.
      Ma prima di parlare di questo ed in relazione a questo, parliamo dei prezzi. Sono diminuiti i prezzi? Sì, sono diminuiti.
      Anche qui bisogna vedere il fenomeno nel succedersi dei tempi. Se uno si specchia al mattino e si rispecchia alla sera trova che il suo volto non è cambiato! Se uno fa la stessa opera a distanza di dieci anni trova che ha bisogno di qualche cura! (Ilarità).
      Così se noi prendiamo i due termini 1926 e 1934, troviamo che i prezzi all'ingrosso ed al minuto, come dimostrerò, sono diminuiti.
      Qualcuno domanda: ma sono attendibili questi numeri indici? Sì, sono attendibili, perché se li ritenete attendibili quando segnano un aumento, non so perché non dovrebbero essere più attendibili quando segnano una diminuzione. (Vivi applausi).
      Chi è che fa questi numeri indici? Sono degli studiosi, degli esseri straordinariamente obbiettivi, che se dovessero obbedire alle voci del loro interesse personale, probabilmente avrebbero la tentazione di gonfiare le cifre.
      I nostri indici sono quelli del Consiglio provinciale dell'economia corporativa di Milano, del ragioniere Bachi, dell'istituto centrale di statistica. Istituto estremamente serio, che, per i suoi dirigenti, i suoi studiosi, i suoi collaboratori, gode di un prestigio mondiale.

(segue...)