(segue) La situazione economica
(26 maggio 1934)
[Inizio scritto]
Vediamo questi numeri indici:
Le derrate alimentari, fatto cento
il prezzo dell'anteguerra, erano a 712 nell'agosto del 1926,
discendendo a 409 nel 1930, ed erano 293 nel febbraio 1934.
Le materie industriali erano 682,
366, 268, 266. L'indice generale passa da 691 a 275.
I prezzi al minuto di 21 dei
principali generi di consumo passano da 647 nell'agosto 1926 a 387
nel marzo 1934. Vi risparmio gli altri dettagli, e cioè gli
stessi indici per quanto riguarda le derrate vegetali, animali, i
prodotti tessili, le materie tessili, chimiche, i materiali da
costruzione, i materiali industriali, ecc., che non fanno che
confermare questi indici riassuntivi.
Vediamo ora i prezzi al minuto,
nelle città di Torino, Genova, La Spezia, Milano, Padova,
Venezia, Trieste, Firenze, Roma e Napoli.
I prezzi sono raffrontati tra il
primo quadrimestre del 1926 ed i prezzi del primo quadrimestre del
1934.
A Torino il pane passa da 2.67 a
1.61; la carne da 11.92 a 7.60; il formaggio da 17.88 a 11.21; il
latte da 1.50 a 0.90; la pasta da 3.49 a 2.50; il riso da 3.28 a
1.95; l'olio da lire 10.88 a lire 5.63.
Fermiamoci un po' sull'olio.
L'olio non è ribassato. Si capisce che non poteva ribassare; e
perché non poteva ribassare? Perché noi abbiamo fatto
tutto il possibile per tenere alto il prezzo dell'olio, che
rappresenta una fonte di ricchezza per almeno 12 su 36 Provincie
d'Italia, e non si poteva pretendere che il prezzo dell'olio fosse
alto all'ingrosso e basso al minuto! (Approvazioni).
Il burro da lire 22 è sceso
a lire 10; il lardo da 11.89 a 6.93; lo zucchero da 7.76 a 6.32.
Anche lo zucchero è un alimento su cui si è concentrata
di più l'attenzione del pubblico. Lo zucchero non è
diminuito e non poteva diminuire, ma debbo dire ancora che su ogni
chilo di zucchero lo Stato si prende 4 lire di imposta di
fabbricazione!
(segue...)
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