(segue) La situazione economica
(26 maggio 1934)
[Inizio scritto]
Quando noi prendemmo il potere nel
'22 la burocrazia era un po' disorganizzata e molto demoralizzata. Si
deve al camerata De' Stefani il provvedimento dell'11 novembre 1923,
n. 2395, che pose la base della riorganizzazione della burocrazia
italiana. Questa legge è una legge fondamentale, che ha diviso
giustamente il personale in tre categorie a seconda che possegga o
non possegga la laurea, o il diploma di scuole medie superiori o la
licenza delle scuole inferiori. Ci sono sempre dei tentativi di
passaggio o, meglio, di forzare il passaggio! Ma questi tentativi non
riescono, perché il difensore accanito di questa legge sono
io. (Approvazioni). Si ritoccano anche in Regime fascista troppo
spesso e volentieri le leggi.
Anche dei ritocchi sono
nemicissimo! Che cosa è il ritocco? Prendete Apollo:
ritoccategli il naso di un solo centimetro e poi mi direte se può
essere ancora il Dio della Bellezza. (Si ride).
Così delle leggi: alcune
volte sono ritoccate, diventano irriconoscibili o quasi, e
determinano delle conseguenze talvolta assai penose.
Con questo non si può dire
che le leggi devono essere immutabili, altrimenti diventerebbero dei
dogmi. Si vuole soltanto dire che le leggi sono cosa sacra, solenne,
che impegnano tutto un popolo. E perché le leggi siano
rispettate bisogna far vedere che non sono cambiate ad ogni stormir
di fronda.
Ora la prima riorganizzazione
della burocrazia condusse ad un aumento di stipendio nella misura di
250 milioni. Poi nel '25 ecco l'inflazione, la sterlina a 157, come
ricorderete, e si dovettero aumentare di nuovo gli stipendi.
Ricordo perfettamente che la
riunione del Consiglio dei Ministri ebbe luogo al mio domicilio
privato, per via di una certa ulcera dalla quale molto speravano gli
antifascisti! (l'Assemblea scatta in piedi applaudendo lungamente ed
entusiasticamente) ed anche questo provvedimento portò 650
milioni di aumento.
(segue...)
|