(segue) La situazione economica
(26 maggio 1934)
[Inizio scritto]

      Poi, dopo il discorso di Pesaro ed il susseguente periodo, che chiameremo della prestabilizzazione, ci fu una prima riduzione che sommò a milioni 380.
      Ma nel 1929 si ebbe un nuovo aumento per 670 milioni, nel 1930 la riduzione del 12 per cento, ed il 14 aprile 1934 la riduzione di cui parlerò fra poco.
      Se voi sommate gli aumenti o, meglio, se fate il conguaglio, il rapporto tra aumenti e diminuzioni, voi troverete che in questi 12 anni la linea degli stipendi è stata costante.
      Ora non bisogna credere che sia piacevole per qualsiasi Governo, anche per il Governo fascista, di decurtare gli stipendi. Sono delle operazioni necessarie, e quando sono necessarie, non si fa questione di sapere se sono gradevoli o sgradevoli.
      Ma, anche prendendo questa decisione, noi abbiamo proceduto con calma e con umanità. Le cifre che seguono vi danno proprio il senso e la portata del provvedimento.
      L'avere esentato da ogni diminuzione il personale che arrivava ad uno stipendio di 500 lire, significa avere esentato 250.000 unità per una somma di lire 300 milioni. La riduzione del 6 per cento per gli stipendi da 500 lire a 1000 incideva su un totale di 2 miliardi 568 milioni e comprendeva 295.000 individui; da 1000 a 1500 lire 8 per cento di riduzione, 65 mila individui, da 1500 a 2000, 16.000. Coloro i quali sono stati colpiti con riduzioni superiori al 12 per cento sono esattamente 7000.
      Poi non abbiamo toccato le pensioni. Le pensioni di guerra non si toccano. Quello è un debito sacro della Nazione. (Vivissimi, ripetuti, prolungati applausi. Tutta l'assemblea si alza in piedi. Nuove reiterate acclamazioni).
      Ma sapete quante sono le pensioni ordinarie civili? 107.645. Le militari? 49.460. Totale 157.000 per 898 milioni.

(segue...)