(segue) La situazione economica
(26 maggio 1934)
[Inizio scritto]
Il disavanzo comincia quando
scoppia la crisi mondiale. Ed allora, vediamo le cifre: nel 1930-1931
il disavanzo è di 504 milioni; nel 1931-1932 3 miliardi e 867
milioni; nel 1932-1933 3 miliardi e 549 milioni. Oggi (siamo a dieci
mesi) 3 miliardi 531 milioni.
Si può desumere che il
deficit dell'esercizio in corso sarà sui quattro miliardi. Ciò
significa che abbiamo avuto bisogno di fare quattro miliardi di
debito; ciò significa che nel bilancio, da ora innanzi vi sarà
un aumento di stanziamento per il pagamento di interessi di questi
quattro miliardi di debito che abbiamo fatto.
Questo conferma quello che dicevo
poco fa: che uno Stato bene ordinato non può vivere
indefinitivamente sui debiti. Difatti la vicenda ciclica di questi
esercizi, come è stata superata? Coi debiti! Cioè dal
1914 ad oggi si sono fatti 77 miliardi di debiti.
Vedremo fra poco la storia di
questi debiti. Per l'esercizio 1934-1935 si è preventivato un
deficit di due miliardi e novecento milioni, calcolato molto
prudentemente.
Ora, a diminuire questo deficit,
entreranno questi elementi: 900.000.000 circa di risparmio per
pagamenti interessi: 410.000.000 per questa diminuzione degli
stipendi.
Non ci siamo ancora. Aumentare le
entrate. In che modo? Mettendo nuove tasse e imposte? Non è
possibile. Io sono il primo a proclamare che la pressione fiscale è
giunta al suo limite estremo (approvazioni), e che bisogna lasciare
per un po' di tempo assolutamente tranquillo il contribuente
italiano; e, se sarà possibile, bisognerà alleggerirlo,
perché non ce lo troviamo schiacciato e defunto sotto il
pesante fardello! (Applausi).
Bisogna fare delle economie. Ne
abbiamo fatte. Abbiamo diviso tutte le voci del bilancio in due
grandi categorie: spese incomprimibili e spese comprimibili.
(segue...)
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