(segue) La situazione economica
(26 maggio 1934)
[Inizio scritto]
Avviene soprattutto, a mio avviso,
per gli impedimenti enormi, inverosimili che si fanno ai traffici.
In un rapporto molto interessante
dell'Istituto Nazionale dell'esportazione, diretto in questo momento
con molta competenza dal camerata Lantini, c'è il quadro
sintetico di tutti gli ostacoli che si pongono al commercio e quindi
alle nostre esportazioni, ostacoli di carattere doganale, restrizioni
dell'esportazione, rappresentati dai divieti, contingentamenti,
licenze, adottati in linea decrescente dai seguenti Paesi: Francia,
Svizzera, Olanda, Turchia, Polonia, Germania, Estonia, Lituania,
regime monopolistico del commercio di taluni prodotti; la Germania,
che ha sottoposto al monopolio il commercio del granturco, i prodotti
dell'industria casearia, grassi, uova, fibre tessili e pelli.
Inasprimenti tariffari in quasi
tutti i Paesi: Inghilterra, che ha dato il più vigoroso saluto
alle dottrine della scuola di Manchester, Francia, Stati Uniti,
Brasile, India, Polonia, Svezia, Norvegia.
Trattamento preferenziale, accordi
di Ottawa, particolarmente quelli conclusi dall'Inghilterra con i
Paesi Baltici, accordi con l'Argentina; restrizioni di ordine
filo-sanitario. Marcatura di origine: Stati Uniti, Inghilterra,
Francia, Germania, Norvegia, Danimarca.
Poi ci sono le difficoltà
per il trasferimento delle divise: Austria, Ungheria, Germania,
Cecoslovacchia, quasi tutti i Paesi dell'America meridionale e poi
alcuni Paesi baltici: Lettonia, Estonia, Danimarca.
Accordi di Clearings. Difficoltà
di ordine monetario, svalutazione della sterlina, del dollaro, della
peseta, dello yen: poi ostacoli vari, rappresentati dai premi di
esportazione, accordati da molti in forma palese e provvidenze di
varia natura, col sistema del «drawback», sistema degli
«scribs», introdotti dalla Germania, propaganda del
prodotto nazionale ed ostacoli al consumo del prodotto estero:
Germania, Gran Bretagna, Unione Sudafricana; concorrenza giapponese.
(segue...)
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