(segue) La situazione economica
(26 maggio 1934)
[Inizio scritto]
La Commissione suprema di difesa
si è posto questo problema e lo ha risolto. Non voglio dirvi
come, ma abbiamo già fin da questo momento scelto quello che
noi crediamo il mezzo migliore per finanziare la necessità
della difesa nazionale nell'eventualità di una guerra.
Avendo i Governi precedenti scelta
la via dei prestiti, se ne fece uno nel 1914, poi se ne fece un altro
il 15 giugno 1915, poi un terzo il 22 dicembre 1915, un quarto il 2
gennaio 1917, un quinto il 6 dicembre 1917.
Poi, finalmente, il 24 novembre
1919 se ne fece uno per somma illimitata e venne offerto per
sottoscrizione al saggio del 5 netto e al prezzo di 85 e che diede 21
miliardi di lire, ivi compresa la sottoscrizione con i titoli dei
prestiti precedenti.
Questi sono i dati che dimostrano
che il Debito Pubblico, che il 30 giugno 1914 era di miliardi 15 e
766 milioni, è aumentato durante la guerra a 77 miliardi e
rotti ed è oggi di 102 miliardi e 226 milioni.
Sono interessi che bisogna pagare
e che gravano sul bilancio dello Stato.
Poi c'è un'altra voce,
questa voce si chiama «salvataggio». Anche qui si pone il
quesito: si dovevano operare dei salvataggi o bisogna mandare tutto
alla deriva? Prima di tutto non è vero che il Governo fascista
abbia proceduto a tutti i salvataggi. Noi abbiamo lasciato cadere
molti istituti, industrie e altro nei quali l'interesse economico era
ancora prevalente. Il salvataggio viceversa si è verificato
quando il dato economico era di gran lunga inferiore a quello che
poteva essere la conseguenza sociale del mancato salvataggio.
Noi abbiamo cominciato subito un
salvataggio nel 1922. Non si potevano sacrificare 270.000
risparmiatori. Fu allora che fu creato l'Istituto di Liquidazione.
Il titolo non è felice. Si
vede che in quel momento gli uffici non ne trovarono un altro. (Si
ride).
(segue...)
|