(segue) La situazione economica
(26 maggio 1934)
[Inizio scritto]
Viceversa le banche in Italia,
forse per aiutare anche le industrie, avevano fatto una formidabile
indigestione di titoli industriali, titoli il cui corso in borsa era
precipitato.
Allora che cosa è accaduto?
Questa indigestione di titoli è stata scaricata sopra un
istituto che prima si chiamava di liquidazione e adesso si chiama di
Ricostruzione Industriale, che ha però due sezioni, una
dell'ospedale e l'altra del convalescenziario, misura con la quale
tutte le banche oggi possono ritornare a fare le banche.
Ma tutto questo è costato:
tutto questo figurerà nelle voci del Bilancio dello Stato. È
scaglionato nel tempo. Lo abbiamo alleggerito, scaglionato nel tempo,
ma ne avremo fino al 1953.
Vedete che l'operazione era
importante e delicata, ma necessaria perché risanatrice.
Oggi questa è una partita
chiusa. Siamo a posto. Mi fanno ridere quelli che parlano ancora —
ridere e piangere, tutt'e due le cose insieme — quelli che
parlano ancora di un'economia liberale! (Commenti). Ma i tre quarti
dell'economia italiana industriale e agricola, sono sulle braccia
dello Stato! E se io fossi vago (il che non è), di introdurre
in Italia il capitalismo di Stato o il socialismo di Stato, che è
il rovescio della medaglia, io avrei oggi le condizioni necessarie
sufficienti e obiettive per farlo.
Un'altra voce grava sul bilancio:
gli interventi! Si dovevano fare? Certamente. Volevate far fallire
tutti i consorzi agrari d'Italia? No. E questa cosa ha voluto dire
180 milioni.
E ai solfatai? e all'industria?
all'agricoltura?
Tutto questo costa e si traduce in
impostazioni di bilancio. È necessario. Perché è
necessario? Perché oggi siamo in uno stato di vera e propria
guerra economica, per cui certe formule che andavano prima di oggi,
nelle condizioni attuali non funzionano più.
(segue...)
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