(segue) La situazione economica
(26 maggio 1934)
[Inizio scritto]

      Adesso, perché voi abbiate la notizia della vastità dei fenomeni, sapete quanti sono i proprietari di case in Italia? Sono 3.784.359.
      E quando vi aggiungete i 426.000 proprietari dei fabbricati temporanei esenti dalle imposte, voi giungete al totale imponente di 4.210.362. È una cifra che fa riflettere e che dice molto su quella che è la reale composizione economica della Nazione italiana.
      L'italiano da queste cifre addimostra di essere ansioso di farsi la casa sua, di vivere sul suo. È un principio di saggezza che bisogna incoraggiare. (Vivissimi e prolungati applausi).
      Ora da questa tribuna bisogna dare atto nella forma più esplicita, perché ciò corrisponde a verità, che i proprietari di case, nella loro quasi totalità, hanno applicato la legge.
      Ora che mi avvio alla conclusione, voi mi domanderete: a che punto siamo? Questa crisi si risolve, si complica, peggiora?
      Ci sono evidentemente dei sintomi favorevoli. C'è una diminuzione di fallimenti, di protesti cambiari, Un aumento abbastanza considerevole di taluni rami di produzione.
      Ci sono però degli alti e bassi: si va a mesi. Tuttavia la conclusione potrebbe essere questa: che siamo sul fondo da qualche tempo. Si può concludere che più giù non andremo. Ciò sarebbe forse più difficile. (Si ride).
      I casi non possono essere che due: o rimarremo lungamente fermi sul fondo, oppure grado a grado ricominceremo a vivere. Bisogna però a mio avviso deporre dal proprio cerebro l'idea che possano ritornare i tempi di quella che si chiamava la prosperità; la prosperità che diventa l'ideale della vita, come se gli uomini nella vita non avessero altro da fare che accumulare danaro.

(segue...)