(segue) La situazione economica
(26 maggio 1934)
[Inizio scritto]
Ecco perché, onorevole
camerata Delcroix, io so che scherzavate parlando del Premio Nobel.
Nell'Enciclopedia ho stabilito nettissimamente il mio pensiero dal
punto di vista filosofico e dottrinale; io non credo alla pace
perpetua, non solo, ma la ritengo deprimente e negatrice delle virtù
fondamentali dell'uomo, che solo nello sforzo cruento si rivelano
alla piena luce del sole. (Applausi prolungati. L'assemblea si alza
in piedi ad applaudire. Alla manifestazione di «Viva il Duce!»
si associano le tribune).
Ma questa è la nostra
posizione dottrinale; la vita politica, i nostri interessi, il lavoro
di ricostruzione interna al quale ci applichiamo ci fanno desiderare
un lungo periodo di pace.
Comunque, anche se l'alternativa
drammatica dovesse verificarsi, il popolo italiano, educato e
inquadrato dalle aristocrazie del Littorio affronterà gli
eventi cori piena tranquillità, con disciplina consapevole,
con volontà fermissima.
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