(segue) La razza bianca muore?
(4 settembre 1934)
[Inizio scritto]

      «Il numero delle nascite in Francia è diminuito di un terzo negli ultimi 50 anni. Esso fu di 1.034.000 unità nel 1868 e 722.000 nel 1932. Oggi la caduta precipita. Se questo ritmo continuerà non vi saranno neppure 500.000 nascite entro dieci anni. La Francia perderà 150.000-200.000 abitanti in ogni anno. L'invecchiamento della popolazione è un elemento assai grave. La Francia conta già la più forte proporzione di vecchi di qualsiasi altra Nazione (14 per cento contro il 9 per cento della Germania e il 7 per cento della Russia). Ora la riduzione della mortalità non può compensare quella della natalità. La Francia conta oggi 38 milioni di francesi come nel 1870, ma la loro ripartizione non è più la stessa. Vi sono assai più vecchi e assai meno fanciulli. La Germania rigurgita invece di fanciulli e l'Italia ha 4 milioni di bambini più che la Francia.»
      Le conseguenze pratiche della denatalità francese sono in seguito passate in rassegna. Secondo l'Alleanza Nazionale la denatalità francese sarebbe stata la causa fondamentale della guerra del 1914, perché avrebbe potuto far credere alla Germania che la Francia fosse una Nazione moribonda. Infine la pubblicazione rileva le conseguenze disastrose della denatalità così dal punto di vista economico, poiché essa tende a ridurre il numero dei consumatori, come dal punto di vista finanziario e infine di quello sociale.
      L'importanza di questa pubblicazione francese è nella constatazione che i dieci milioni di francesi non nati fra il 1870 e il 1914 hanno creato quel fatale disquilibrio fra le due masse di popolazione al di qua e al di là del Reno, squilibrio demografico e quindi militare, a sanare il quale sono stati necessari il concorso e il sangue di quasi tutti i popoli della terra.
      Anche in Gran Bretagna, la decadenza demografica comincia a turbare profondamente gli spiriti. È difficile tenere un impero, quando la metropoli invecchia e agonizza. Malthus non sembra più di moda. Del resto il Malthus non doveva credere eccessivamente alle sue troppo cervellotiche e catastrofiche previsioni e lo dimostra il fatto che egli ebbe ben 14 figli. A quale punto la decadenza demografica conduca le Nazioni, lo dimostra la Storia. Già Polibio ci parla delle città greche sterili e vuote e quindi facile preda ai conquistatori romani; ma anche Roma andò verso la catastrofe, quando col diminuire della sua natalità, dovette ricorrere alle truppe mercenarie. Vi fu un momento in cui per avere gli uomini alti sufficientemente per la guardia imperiale bisognò ricorrere ai Batavi (olandesi) conquistati da Giulio Cesare. L'aspetto più triste del fenomeno è l'invecchiamento della popolazione. Mentre in molti paesi della Francia si chiudono le scuole per mancanza di scolari e in altri dipartimenti le scuole sono frequentate in maggioranza da figli di stranieri (italiani, polacchi, spagnoli), il carico finanziario per l'umanità invecchiata aumenta ogni anno: sono queste le Nazioni dove un adolescente ha cinquant'anni. Se il fenomeno non avrà un arresto, si può prevedere una Francia che verso la fine del secolo avrà una popolazione inferiore all'attuale spagnola. E ci sono Stati europei dove il livello di natalità è ancora più basso di quello francese. Che il declino delle nascite non abbia alcun rapporto con la situazione economica, lo dimostra il fatto universale che la ricchezza e la sterilità procedono di pari passo, mentre le classi feconde della popolazione sono le più modeste, cioè quelle ancora moralmente sane e che non hanno massacrato il senso divino della vita, sotto il calcolo cerebrale dell'egoismo.

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