Discorso agli operai di Milano
(6 ottobre 1934)
Il 6 ottobre
1934-XII, a Milano, nella Piazza del Duomo — davanti a
un'enorme folla acclamante — il Duce pronunziò questo
discorso, clic Egli stesso ha intitolato o Discorso agli operai di
Milano». In una sintesi veloce, nervosa, incisiva — ma
geometricamente precisa in ogni sua parte — Egli prospettò
tutti i problemi fondamentali della vita nazionale e mondiale: dalla
caduta dell'economia liberale-capitalista alla nuova concezione dei
problemi dell'economia e del Lavoro; dalla posizione dell'Italia nel
mondo ai caratteri e alla missione della Civiltà Fascista. In
questo discorso si sente nettamente il carattere plastico,
costruttivo, della tipica oratoria mussoliniana.
Camicie Nere di Milano! Camerati
operai!
Con questa formidabile adunata di
Popolo si chiude il ciclo delle mie tre giornate milanesi. Hanno
cominciato i rurali. I loro ingenti doni serviranno ad alleviare i
disagi di molte famiglie in ogni parte d'Italia. Addito alla Nazione
questa stupenda prova di civismo e di solidarietà nazionale
offerta dai rurali della provincia di Milano. (Applausi).
Oggi il cuore di questa sempre
giovane e gagliardissima Milano (applausi vivissimi), la quale è
avvinta indissolubilmente alla mia vita (altissime acclamazioni),
rallenta un poco il suo forte pulsare.
Voi siete qui in questo momento,
protagonisti di un evento che la storia politica di domani chiamerà
il «discorso agli operai di Milano». (Applausi
prolungati). Attorno a voi sono in questo momento milioni e milioni
di italiani. Ed anche oltre i mari e oltre i monti altra gente sta in
ascolto.
Vi chiedo alcuni minuti della
vostra attenzione. (La folla si fa attentissima). Pochi minuti, ma
che forse daranno motivo a più lunghe meditazioni.
(segue...)
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