Agli industriali
(15 ottobre 1934)


      A Roma, il 15 ottobre 1934-XII, il Duce — davanti a una folla di oltre 2500 dirigenti industriali — pronunziava il seguente discorso:

      Camerati industriali, voi avete testé, in questa veramente imponente adunata, ascoltato con grande attenzione, come la meritava, un discorso ampio ed esauriente, col quale il camerata Pirelli, avendo terminato la sua gestione commissariale, vi ha tracciato il panorama della situazione industriale italiana nel momento attuale.
      Sarebbe una vera superfluità se io aggiungessi, ora, un altro discorso. Mi limiterò invece ad una sintetica, ma per ciò non meno esplicita dichiarazione. Intendo dare atto al camerata Pirelli e con lui a tutti gli industriali italiani:
      1°) che gli industriali italiani, per quanto riguarda il progresso tecnico, la ricerca scientifica, la modernità degli impianti, non hanno nulla da invidiare alle altre Nazioni;
      2°) che gli industriali italiani sono indubbiamente all'avanguardia per quanto riguarda la assistenza sociale ai loro collaboratori, tecnici, impiegati e operai, assistenza che si svolge in molte positive ed efficaci forme, che meriterebbero adeguata illustrazione e commento;
      3°) che gli industriali italiani, i quali hanno il privilegio di portare la camicia nera, si rendono perfettamente conto delle alte responsabilità che essi hanno verso gli operai, verso la Nazione, verso se stessi, e in quanto industriali e in quanto fascisti non possono non essere sulla linea del discorso del 14 novembre e su quella di Milano.
      I fascisti industriali hanno compreso e comprendono quale è il loro posto, la loro funzione nell'ordinamento corporativo in via di realizzazione, destinato — sotto l'egida dello Stato — ad instaurare una nuova e migliore fase di sviluppo e di potenza nell'economia e nella vita del popolo italiano.

(segue...)