(segue) La missione storica dell'Austria
(13 febbraio 1935)
[Inizio scritto]
La seconda missione storica
dell'Austria scaturisce dalla tradizionale e tenace cattolicità
del suo popolo. Chi dice austriaco, dice cattolico, ma un cattolico
serio, osservante, profondamente devoto alla Chiesa Cattolica
apostolica romana. Il cattolicismo dei tempi dell'Impero ci appare
alquanto formalistico e legato alle necessità della politica;
il cattolicismo austriaco del dopoguerra è sentito come una
fede che ha le sue radici nell'anima austriaca. I grandi Cancellieri
della Repubblica Seipel e Dollfuss erano cattolici: il primo, anzi,
era un monsignore. L'attuale Cancelliere Schuschnigg è
cattolico strettamente osservante e non fa mistero delle sue
convinzioni: ciò gli torna a onore e denota il suo forte
carattere. Vista da Roma e dal punto di vista religioso, l'Austria ci
appare come un grande campo trincerato del cattolicismo nel bacino
danubiano. Ai margini di questo campo trincerato preme l'ortodossia
slava e la riforma germanica. Difendendo le posizioni estreme del
cattolicismo in quel settore europeo, l'Austria difende quindici
secoli della sua storia, la sua tradizione, la sua stessa ragione di
vita, quella che nel 1683 la fece baluardo di tutta la cattolicità
europea contro l'invasione minacciosa della mezza-luna. I compiti
storici dell'Austria sono quindi due: conservare i valori di una
cultura germanica, umanizzata dai contatti con la cultura soprattutto
latina, e tenere duro come sentinella avanzata della cattolicità
nel nord-est e centro di Europa. Con questi compiti l'Austria
riafferma la sua individualità, dà un senso e uno scopo
alla vita della sua collettività nazionale, rende un grande
servizio alla civiltà europea. L'Austria nei suoi elementi
migliori è consapevole di ciò; tale sentimento sta
diventando patrimonio di vaste masse del popolo; il postulato
dell'indipendenza acquista un valore ed un significato supremo in
vista di questa situazione di carattere storico.
Malgrado la comunanza di lingua,
l'Austria ha sempre avuto una letteratura, un'arte, una musica
autonoma. C'è uno spirito austriaco che si è sviluppato
in forme non germaniche, ma austriache. Queste forme hanno sentito —
soprattutto — l'influsso della cultura dell'occidente latino
rappresentato dall'Italia. I rapporti culturali austro-italiani sono
secolari. La Rinascenza letteraria si inizia in Austria con Giovanni
di Neumarkt che tradusse il Petrarca; il '600 e il '700 si possono
definire i secoli d'oro dell'influsso italiano: italiani erano i
poeti di Corte, come Apostolo Zeno e Metastasio. La lingua italiana
era universalmente conosciuta: musicisti di fama universale come
Mozart e Gluck ebbero librettisti italiani.
(segue...)
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