(segue) La missione storica dell'Austria
(13 febbraio 1935)
[Inizio scritto]
Alla direzione della Cappella
viennese furono maestri italiani come Giovanni Castiletti. Nel secolo
XVI fu ventilato il progetto di far venire a Vienna il Palestrina. Vi
troviamo compositori e scenografi italiani. Lo stile veneziano vi
acquistò particolare fisionomia e quello napoletano vi fu
rappresentato da Nicolò Porpora. Padre Martini aveva
esercitato notevole influsso su Mozart ed è gloria di Antonio
Salieri avere insegnato composizione vocale a Schubert e Beethoven.
Tutta l'architettura monumentale
austriaca del '600 e del '700 è di ispirazione e costruzione
italiana. Le cronache delle Enciclopedie ci dicono che il comasco
Santino Solari diresse tra il 1612 e il 1646 tutta l'edilizia di
Salisburgo. Schiere di artigiani dell'Italia settentrionale vi
immigrarono con le famiglie e furono gli organi di un largo movimento
artistico che creò innumerevoli opere tra cui emergono a
Vienna la Chiesa dei Gesuiti, quella dei Domenicani, quella dei
Neuenengelschoren; a Innsbruck pure la Chiesa dei Gesuiti; a
Salisburgo il Duomo e la Kajetanerkirche. Ricorderò ancora i
conventi di Schlierbach, Kremsmunster, Klostermenburg, Wilten; il
braccio leopoldino della Hofburg, il Theresianum del Burnacini, il
castello del conte Abensberg-Traun, il palazzo Lobkowitz, la colonna
della Trinità sul Graben a Vienna. Domenico Martinelli di
Lucca fu tra i dirigenti la successiva architettura imperiale
(palazzo Harrack, palazzi Liechtenstein); Lorenzo Mattielli di
Vicenza popolò di statue il giardino degli Schwarzenberg,
ecc.; il veneziano Giovanni Giuliani fu maestro del Donner,
principale scultore barocco austriaco; Padre Andrea Pozzo ispirò
i pittori dei grandi affreschi per pareti e soffitti; Nicola Pacassi
terminò il castello di Schonbrunn, Gregorio Guglielmi affrescò
l'Accademia delle Scienze.
Alla luce di questo passato è
chiaro che la possibilità di intensificare i rapporti
culturali fra Italia e Austria esiste e che esiste anche la
possibilità mediatrice dell'Austria fra le varie culture
europee. È certamente un fatto importante per l'Austria la
comunanza della lingua con la Germania, ma non è meno
importante la comunanza della religione con l'Italia. Vienna può
guardare al nord e al sud, all'occidente e all'oriente, che comincia,
come si diceva una volta, dalla Piazza di Santo Stefano. Io credo che
col passare degli anni, col rafforzarsi dello Stato, col
miglioramento dell'economia, ognuno si convincerà che
l'Austria può esistere, può cioè esistere un
secondo Stato tedesco in Europa, tedesco, ma padrone del suo destino.
(segue...)
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