(segue) La vertenza italo-etiopica e la politica estera italiana alla Camera
(25 maggio 1935)
[Inizio scritto]

      A questo punto è di un qualche interesse, sia pur retrospettivo, far sapere che nel gennaio 1934 la Germania era proclive ad accettare una realizzazione infinitamente più limitata della sua parità di diritto, realizzazione che consisteva in un esercito di 300.000 uomini, con armamento, almeno per un certo periodo di anni, difensivo e controllato sulle linee del memorandum italiano.
      Ma ciò che non è avvenuto non è materia per la storia, e recriminare è inutile, come è inutile parlare ancora di disarmo. (Vivissime approvazioni).
      È assai arduo per noi credere alla possibilità di una limitazione degli armamenti, o al divieto di taluni metodi di guerra. Tuttavia, se qualche cosa si farà di concreto, non è da parte nostra che verranno frapposte difficoltà.
      Le acque erano ancora molto agitate così come lo spirito dei popoli, quando fu convocata la conferenza dell'aprile a Stresa.
      Senza esagerarne la portata intrinseca, tale conferenza fu abbastanza conclusiva, in quanto determinò, di fronte a taluni urgenti problemi, una posizione solidale delle tre Potenze occidentali.
      È positivo che, con tale solidarietà effettiva, costante, onnipresente, è possibile un'azione politica di grande stile, tendente ad eliminare i principali ostacoli che si oppongono ad una pacifica convivenza delle genti europee, esigenza sempre più necessaria per l'esistenza e l'avvenire del nostro Continente. (Vivi applausi).
      A Stresa fu decisa la convocazione di un'altra conferenza per affrontare i problemi del bacino danubiano.
      Tale conferenza non si può tenere ai primi di giugno come fu annunziato; aggiungo che non sarà convocata se non sarà stata molto, ma molto diligentemente preparata.

(segue...)