Discorso della mobilitazione
(2 ottobre 1935)
A mano a mano che
gli avvenimenti incalzavano, rivelando — da una parte,
l'ostinazione della politica ginevrina, eccitata dall'influenza
britannica e dagli oscuri intrighi dell'anti-fascismo internazionale
—, dall'altra, la pervicacia del governo abissino; a mano a
mano che si sentiva avvicinare con sempre maggiore intensità
una serie di eventi gravi e gloriosi per i destini della Patria —
lo spirito nazionale si faceva più acceso e più
intenso.
Il Duce volle, in
questo periodo, dare prova al mondo intero dell'unità di tutto
il popolo italiano. Si avvertì che, un giorno da destinarsi,
all'improvviso, tutti i cittadini sarebbero stati chiamati per una
grande mobilitazione nazionale. Era una prova dell'entusiasmo e della
coesione popolare; era una prova di cui tutti in Italia erano ben
sicuri, ma che era pur necessario fornire all'ammirazione, e forse
allo stupore, di tutti gli altri Paesi del mondo. La prova riuscì
mirabilmente, superando le aspettative. Il giorno 2 Ottobre 1935-XIII
— in ogni città d'Italia, in ogni piccolo centro, da un
capo all'altro della penisola —, il suono delle sirene, la
radio, le campane a stormo, alle ore quindici precise, avvertirono
che il popolo italiano era mobilitato. Ogni lavoro fu interrotto e
tutti corsero all'appello. La radio portò in ogni parte
d'Italia la voce del Duce, che pronunciò il suo discorso, fra
le 18.45' e le 19.10', dal balcone di Palazzo Venezia, davanti alla
più vasta adunata di popolo che la stessa Roma avesse mai
veduto. L'avvenimento ebbe una ripercussione altissima, non solo
negli animi degli Italiani, ma in ogni parte del mondo. Ancora una
volta si vide con chiarezza che l'Italia fascista è il solo
Paese della terra, in cui popolo e Duce, popolo e Stato,
rappresentino una unità compatta, pronta ad affrontare tutte
le avversità, pronta a procedere con ferma e serena audacia
verso tutti gli ostacoli. L'adunata del due ottobre segna un
avvenimento storico di altissima importanza: è l'intero popolo
d'Italia che afferma solennemente, di fronte al mondo, la sua ferma
volontà di difendere i propri diritti alla vita, al lavoro,
allo sviluppo civile. Il discorso pronunziato il due ottobre dà
S. E. il Capo del Governo è il seguente:
(segue...)
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