Ai bonificatori
(26 ottobre 1935)
Il 26 ottobre
1935-XIII, il Duce, nella Sala Regia di Palazzo Venezia, premiava 500
capifamiglia rurali, benemeriti della colonizzazione interna e della
bonifica. Si trattava di lavoratori accorsi da tutte le parti
d'Italia per ridare vita alle terre redente dal Fascismo. Ad essi il
Duce rivolse le seguenti parole:
Camerati rurali!
Prima di procedere alla
distribuzione dei premi che voi avete meritato con le vostre fatiche
assidue e intelligenti, voglio dirvi poche cose e desidero che queste
rimangano scolpite nella vostra memoria.
L'anno scorso a questa cerimonia
partecipò il Camerata Luigi Razza. Forte combattente della
grande guerra, uomo integerrimo della Rivoluzione, la sua morte
rimane avvolta in un profondo mistero. Ma per noi fascisti morire non
è morire, quando si muore per l'Italia.
Ora intendo rivolgere un saluto ai
camerati contadini che combattono in terra d'Affrica. L'enorme
maggioranza di quei soldati viene dalla terra: tanto quelli volontari
come quelli regolari. Poiché la verità profonda è
questa: che mai come ora tutto il Popolo italiano avvertì la
giustizia di questa nostra causa.
Voi sentite, o camerati contadini,
che io sono vicino al vostro spirito.
Ora vi voglio raccontare un fatto.
Stasera, quando tornerete alle vostre case, lo racconterete alla
vostra moglie, ai vostri bambini, poi ai parenti, poi agli amici
perché lo sappiano; dovete dunque sapere che degli individui i
quali vanno sempre a frugare tra le vecchie carte, credevano di farmi
un grande piacere scoprendo che fra i miei lontani nonni, bisnonni e
arcibisnonni ci sarebbero stati dei nobili.
Allora io ho detto: finitela!
Tutti i miei nonni, bisnonni, arcibisnonni erano dei lavoratori della
terra! E perché non ci fosse più alcun dubbio al
riguardo, ho piantato una lapide sulla casa colonica dalla quale
risulta che tutte le generazioni dei Mussolini precedenti la mia
hanno sempre lavorato con le loro proprie mani la terra.
(segue...)
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