(segue) Ai bonificatori
(26 ottobre 1935)
[Inizio scritto]

      Ecco perché io vi conosco molto bene. E mi sento felice quando posso scendere fra di voi, a parlare con voi dei vostri affari, dei raccolti, dei lavori, dell'andamento delle stagioni, quando mi è data l'occasione di misurare la vostra forza, il vostro buon senso, la vostra pazienza ed il vostro patriottismo. Poiché siete voi che rappresentate la razza nel suo significato più profondo ed immutabile. Voi non fate i matrimoni misti: i vostri amori non escono dalla cerchia del villaggio o tutto al più della provincia. E quindi, quando arrivano le grandi crisi dei popoli, voi non avete dei problemi familiari di risolvere. È anche per questo, non soltanto per questo, che io vi addito alla profonda gratitudine di tutta la Nazione.
      Ora passerò a distribuirvi i premi. Questi premi sono modesti. Però, dati i tempi, non sono proprio da buttar via. Ma al di sopra della somma di 500 o di 1000 lire, quella che sarà in queste buste che noi vedremo fra poco, voi dovete vedervi la manifestazione della profonda simpatia che il Regime, nato dalla Rivoluzione delle Camicie Nere, nutre per tutti i rurali d'Italia, per i 24 milioni di contadini dai quali sono usciti ed usciranno i milioni di fanti necessari, quando il momento arrivi, a difendere gli interessi legittimi della Nazione.
      Passiamo alla distribuzione.


      Il discorso fu accolto da un'ardente dimostrazione, alla quale seguì la premiazione. S. E. il Capo del Governo consegnò personalmente la busta contenente il premio a ciascuno dei 500 rurali, fra i quali erano rappresentate tutte le zone di bonifica. Terminata la premiazione, i rurali si adunarono in file serrate al centro della sala, e il Duce rivolse loro, ancora, le seguenti parole:

      Desidero ancora dirvi due parole prima di chiudere questa così simpatica riunione.

(segue...)