(segue) Alle donne d'Italia
(2 dicembre 1935)
[Inizio scritto]

      Ma quello che ci rivolta nelle sanzioni è il loro carattere morale. È questo aver messo sullo stesso piano l'Etiopia e l'Italia, è questo aver considerato il Popolo Italiano, il Popolo che ha dato tanti contributi alla civiltà del mondo, come un oggetto da laboratorio, sul quale gli esperti ginevrini possano compiere impunemente le loro crudeli esperienze.
      Anche quando tutto sarà finito, il solco che queste misure hanno tracciato nel nostro animo rimarrà profondo.
      Non desidero aggiungere altro perché tutto ciò che io vi ho detto e potrei dirvi è già presente nelle vostre anime. Sono sicuro che, tornando nelle vostre città, voi porterete nei vostri cuori queste parole e le diffonderete ovunque in modo che esse siano la «consegna» di tutte le donne d'Italia e di tutto il Popolo Italiano.