(segue) La politica estera al Consiglio dei Ministri
(3 marzo 1936)
[Inizio scritto]
Il tentativo affiorato in questi
ultimi tempi di risolvere la così detta questione danubiana —
senza l'Italia, quindi contro l'Italia — abbozzato a Parigi, ma
non dal Governo francese né approvato da esso, è già
fallito; né poteva essere altrimenti.
È quasi superfluo
ripetere che una sistemazione «collettiva» del bacino
danubiano non può prescindere dalla nostra presenza né
ignorare i nostri interessi né quelli degli Stati legati
all'Italia.
È in relazione a tutta
questa materia che nei giorni 18, 19, 20 del corrente mese avrà
luogo a Roma un incontro italo-austro-magiaro. Saranno ospiti
graditissimi della Capitale e del Governo il Cancelliere austriaco
Schuschnigg e il Ministro degli Esteri Waldenegg; il Capo del Governo
ungherese Gombos e il Ministro degli Esteri Kanya. L'incontro si
svolge sulla linea dei Protocolli romani, che hanno avuto, nel primo
biennio della loro vita, una indubbia efficacia nel fortificare le
relazioni politiche ed economiche fra Budapest, Vienna, Roma.
Quanto alle vicende della
Conferenza navale, il nostro atteggiamento non può sorprendere
coloro che ricordano le dichiarazioni fatte dal Capo della nostra
Delegazione, nella seduta iniziale. Un accordo di natura politica,
non può essere firmato dall'Italia quando viene minacciato e
patrocinato un inasprimento delle sanzioni.
Giunto nel pieno del quarto mese
di assedio, il Popolo Italiano ha ancora rafforzato la sua compagine
politica e morale. I lutti della guerra sono sopportati con un virile
coraggio che si impone all'ammirazione del mondo. Il Popolo Italiano
comprende e intuisce la portata storica di questo sforzo che la
Nazione compie, non solo per vendicare i morti del 1895-96, ma per
garantirsi le vie del futuro.
L'Italia — oggi —
serve la causa della civiltà umana.
(segue...)
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