Ai “Fedeli alla Terra”
(3 maggio 1936)


      Nella lotta del Popolo Italiano contro le sanzioni acquistò nuovo e più alto valore quel potenziamento agricolo che il Regime aveva compiuto sino dagli inizi dell'Era fascista. Si vide in questa occasione quanto fosse stata preveggente quella Battaglia del grano che costituisce uno dei capisaldi della nostra politica agraria. Pertanto, il 3 maggio 1936-XIV, la premiazione dei «fedeli alla terra», vincitori del concorso della fondazione «Arnaldo Mussolini», fatta dal Duce a Palazzo Venezia nella sala regia, assunse una più ardente, intensità d'entusiasmo. In tale occasione il Duce pronunciò un discorso che fu in parte riassunto nei resoconti della stampa. Il Duce porse il suo saluto ai rurali presenti, alla cerimonia, e continuò:

      Questo saluto va a tutti i rurali italiani, a tutti i contadini d'Italia, a tutti coloro che lavorano la terra e che, per questo fatto, mi sono particolarmente vicini. Poiché la terra e la razza sono inscindibili e attraverso la terra si fa la storia della razza e la razza domina e sviluppa e feconda la terra. Voi rurali dovete ritenervi fortunati di ricevere il premio in questo giorno che è fausto nella Storia della Nazione, perché vede coronati gli sforzi del Popolo Italiano, al quale va la gloria, perché ha meritato la piena integrale vittoria, coi suoi sacrifici e col suo sangue.
      Almeno 400.000 di quel mezzo milione di soldati che abbiamo nel centro dell'Affrica sono contadini, i quali marciando, combattendo, non dimenticano mai di osservare il terreno, di valutarlo, di prenderne in mano qualche zolla, di fare i confronti fra l'Italia e l'Abissinia e prospettarsi la possibilità di portare in quelle terre spopolate le nostre magnifiche e feconde famiglie rurali italiane.

(segue...)