(segue) Ai «fedeli alla terra»
(3 maggio 1936)
[Inizio scritto]
Il Duce ha poi
esortato i presenti a raccontare come si è svolta questa
cerimonia ai parenti e agli amici, non appena saranno tornati nei
loro villaggi e ha concluso dichiarando che tutti dovranno essere
fieri dei «fedeli alla terra»,
perché la terra ricompensa sempre coloro che le sono
tenacemente fedeli e perché le crisi passano e la terra rimane
e rimangono i bisogni fondamentali dell'uomo, che solo dalla terra
possono trovare la loro piena soddisfazione. Ogni frase del discorso
del Duce ha sollevato acclamazioni altissime e, al suo termine, si è
ripetuta ancora più grandiosa la dimostrazione dell'entusiasmo
dei rurali, a cui il Capo del Governo ha risposto col saluto romano,
sorridendo compiaciuto del bellissimo spettacolo.
Si è
iniziata quindi la sfilata per la premiazione fatta personalmente dal
Duce. Primo è stato il colono Pierantoni Giuseppe, di Pesaro,
la cui famiglia risiede ininterrottamente da 918 anni sullo stesso
fondo. Ad esso e agli altri premiati, il Capo del Governo ha dato,
fra vivi applausi, oltre al diploma e al premio, una sua offerta
personale.
È
seguita, quindi, dopo brevi parole del segretario della Federazione
nazionale salariati e braccianti, la premiazione dei dieci «primi
uomini» delle compartecipazioni collettive mantovane, che hanno
seguito i corsi di istruzione sindacale corporativa e tecnica
agraria.
Anche ad essi il
Duce ha consegnato un'offerta personale. Salutato da una
manifestazione di ardente entusiasmo, e al canto degli inni fascisti,
il Duce ha lasciato, quindi, la sala regia.
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