(segue) Intervista alla stampa «Hearst»
(15 luglio 1936)
[Inizio scritto]

      Il Duce ha risposto:
      È impossibile parlare di disarmo nell'attuale situazione del mondo. Nessuno è disposto a rinunziare a un solo cannone, a un solo fucile. Ritengo tuttavia che sarebbe possibile raggiungere un accordo per limitare la corsa agli armamenti. Ciò sarebbe un notevole risultato. Qualunque altra cosa sarebbe attualmente un'utopia e un'utopia pericolosa. Quando la Conferenza mondiale del disarmo iniziò il suo lavoro a Ginevra, solo la delegazione italiana sottopose concrete proposte per il disarmo quantitativo e qualitativo. Quindi il fallimento di questo grande tentativo non può essere attribuito all'Italia.
      Interrogato circa la riforma della Lega, il Duce ha detto:
      L'Italia considera oggi e ha considerato già da tempo che la riforma della Lega è indispensabile. Il sistema previsto dall'art. 16 si è dimostrato praticamente non solo inapplicabile, ma contrario agli scopi che esso si proponeva. L'Italia è pronta ad esaminare senza prevenzione qualsiasi suggerimento, è pronta ad apportare il suo contributo, ma, dopo essere stata oggetto di un esperimento di applicazione dell'articolo 16, ha i più forti dubbi che esso possa essere applicato nel futuro.
      A proposito delle sanzioni il Capo del Governo si è espresso nei seguenti termini:
      La loro abolizione rimuoverà una causa di malcontento e di pericolo nelle relazioni internazionali, contribuirà alla causa della pace in Europa e avrà effetti benefici sulla situazione economica del mondo, dando nuovo impulso al commercio internazionale. Il periodo delle sanzioni è, e deve essere considerato da tutti, finito. È necessario costruire il futuro in uno spirito di mutua e fiduciosa collaborazione fra i popoli di tutti i continenti.

(segue...)