(segue) Intervista alla stampa «Hearst»
(15 luglio 1936)
[Inizio scritto]
Continuando, il Capo del
Governo ha dichiarato:
L'Italia è pronta ad
avanzarsi, sola, con un programma di sviluppo e di colonizzazione in
Abissinia. Tuttavia ciò non vuole dire che l'Abissinia debba
essere chiusa al capitale e all'iniziativa straniera.
Tra il capitale estero, che
potrebbe essere interessato all'impresa, il Popolo Italiano volge il
suo sguardo con speciale favore verso il mercato americano. L'Italia
ricorda con ammirazione il grande spirito costruttore e pioniere che
ha sempre ispirato il Popolo Americano e che gli ha reso possibile
realizzare la meravigliosa impresa di colonizzare, di civilizzare e
di sfruttare l'intero continente.
Il territorio dell'Etiopia è
oggi così vasto e le sue risorse così poco note che
sarebbe impossibile fare un calcolo realistico degli anni necessari
perché renda. L'impresa certamente richiederà parecchi
decenni. Tuttavia, noi marceremo, come sempre, rapidamente e, dopo
pochi anni, i risultati della volontà e del lavoro italiano
diventeranno visibili. In questo compito saremo animati dallo spirito
e dal metodo fascista che hanno creato in Italia un ordine nuovo.
Avendogli chiesto se l'Italia
si considerava, oggi, tra le Potenze soddisfatte, il Capo del Governo
ha risposto:
L'Abissinia ha soddisfatto
l'inesorabile bisogno di espansione del Popolo Italiano e ha piazzato
l'Italia tra i popoli soddisfatti. Le basi fondamentali della
politica italiana sono la sicurezza del suo Impero e il mantenimento
e il rafforzamento della pace mondiale.
Questi principi dirigeranno
l'azione diplomatica e politica dell'Italia, mentre l'energia vitale
del suo popolo si concentrerà per rendere l'Etiopia fertile,
civilizzata, in uno spirito di solidarietà internazionale e di
comprensione umana.
(segue...)
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