(segue) Al Popolo di Lucania
(27 Agosto 1936)
[Inizio scritto]
Definisce,
quindi, i compiti di tutti gli italiani nell'ora presente:
principalissimo, fra gli altri, quello di trasportare sul piano
dell'Impero tutta la vita nazionale. Dopo avere illustrato alcuni
problemi di carattere interno, soprattutto in relazione ai recenti
aumenti salariali, il Duce traccia alcune direttive circa l'azione
del Partito. Quindi, avvicinatosi alle insegne della Colonna celere,
poste presso il suo tavolo di lavoro, le impugna con fierezza, e,
portatosi nel mezzo del folto gruppo, chiama vicino a sé il
Segretario del Partito e gli rivolge un vivo elogio per
l'indiscutibile merito — che si può definire storico —
di avere guidato Camicie Nere e Bersaglieri alla conquista del Tana e
del Goggiam. Le Fiamme saranno custodite al Palazzo del Littorio,
accanto al Labaro del Partito. Mentre altissime acclamazioni
accolgono le sue parole e il suo gesto, il Duce consegna le insegne a
S. E. Starace. La manifestazione si prolunga per alcuni minuti,
durante i quali i Federali, che non sanno trattenere l'intima e
profonda emozione suscitata dalle parole del Duce, intonami a gran
voce i canti della Rivoluzione. Queste due cerimonie — l'una
rurale e l'altra guerriera e politica — preludono alle Grandi
Manovre nelle quali il fiore dell'Esercito italiano, rivela ancora
una volta, con la sua efficienza, l'abilità dei Capi e la
tenace volontà dei soldati.
Il Duce si reca
— il 27 agosto 1936-XIV — ad assistere alle Grandi
Manovre che si svolgono nella Lucania. Al suo arrivo a Potenza parla
al Popolo che lo accoglie con ardenti manifestazioni. Esordisce
dicendo che, con la sua visita, si compie un voto coltivato nel cuore
da lunghissimo tempo; e, dopo aver elogiato il patriottismo operante
dei Lucani, prosegue:
La
Lucania ha un primato che la mette alla testa di tutte le regioni
italiane: il primato della fecondità, la quale è la
giustificazione demografica e quindi storica dell'Impero.
(segue...)
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