(segue) Al Popolo di Lucania
(27 Agosto 1936)
[Inizio scritto]

      I popoli dalle culle vuote non possono conquistare un Impero e, se lo hanno, verrà il tempo in cui sarà per essi estremamente difficile — forse — conservarlo o difenderlo. Hanno diritto all'Impero i popoli fecondi, quelli che hanno l'orgoglio e la volontà di propagare la loro razza sulla faccia della terra, i popoli virili nel senso più strettamente letterale della parola. Mi auguro che questo mio discorso formi oggetto di serie meditazioni in alcune provincie d'Italia.
      La conquista dell'Impero è destinata, non già a ritardare quello che deve essere lo sviluppo politico, economico, spirituale dell'Italia meridionale, ma ad accelerarlo.
      I problemi che interessano la vostra terra e la vostra gente, sono già conosciuti. Si è sin troppo scritto e poco operato. Senza credere a miracolismi impossibili e che repugnano profondamente alla nostra dottrina e al nostro temperamento, io vi dico, vi prometto — il che è più importante — che la Lucania, sotto l'impulso e il dinamismo della Rivoluzione delle Camicie Nere, brucerà le tappe per raggiungere più presto la meta.
      Molto si è fatto durante questi 15 anni, ma la realtà vuole che si aggiunga che moltissimo resta ancora da fare e sarà fatto.

      Dopo avere ricordato gli eroismi delle Fanterie Lucane durante la grande Guerra, il Duce conclude, esprimendo la certezza che in Terra di Lucania si troveranno legionari pronti a qualsiasi sacrificio, per difendere dovunque e contro chiunque l'Italia e l'Impero.