(segue) Discorso di Avellino
(30 agosto 1936)
[Inizio scritto]


      Ufficiali! Sottufficiali! Caporali e Soldati! Camicie Nere e genti d'Irpinia! Ascoltatemi: io parlo a voi ed al Popolo Italiano!
      Le grandi Manovre dell'anno XIV dell'Era fascista sono finite. Si sono svolte, dalla prima all'ultima giornata, in un'atmosfera di vibrante entusiasmo. La simpatia ospitale del popolo irpino ha come avvolto i reparti manovranti. Il vostro fervido patriottismo, la vostra dedizione al Regime, vi facevano degni, o Camerati irpini, di accogliere nella vostra terra le grandi Manovre dell'Anno I dell'Impero fascista.
      Domani, nella pianura di Volturara, davanti a S. M. Vittorio Emanuele III, Re d'Italia ed Imperatore d'Etiopia, sfileranno oltre 60.000 uomini, 200 carri armati, 400 cannoni, 400 mortai, 3000 mitragliatrici, 2800 autocarri.
      Questo complesso di uomini e di mezzi è imponente, ma rappresenta appena una modesta, una quasi trascurabile frazione, in confronto del totale di uomini e di mezzi sui quali l'Italia può oggi sicuramente contare.
      Invito gli Italiani a prendere assolutamente alla lettera questa mia perentoria dichiarazione: non già, malgrado la guerra d'Affrica, ma in conseguenza della guerra d'Affrica, tutte le forze armate d'Italia sono oggi più efficienti di prima.
      Possiamo sempre, nel corso di poche ore e con un semplice ordine, mobilitare otto milioni di uomini, blocco formidabile, che quattordici anni di Regime fascista hanno portato alle alte temperature necessarie del sacrificio e dell'eroismo.
      Il Popolo Italiano deve sapere che la sua pace interna e quella esterna è tutelata e, con la sua pace, quella del mondo. Conclusasi con la più schiacciante, fulminea delle vittorie una delle più giuste guerre che la Storia ricordi, l'Italia ha nel cuore dell'Affrica gli immensi e ricchi territori dell'Impero, dove per alcuni decenni essa può dispiegare le sue virtù di lavoro e le sue capacità creatrici.

(segue...)