(segue) Discorso di Milano
(1 novembre 1936)
[Inizio scritto]
Ma questo vasto
colloquio con la folla, ebbe la sua espressione più alta e
potente nel discorso che il Duce pronunciò in piazza del
Duomo, domenica 1 novembre, fra le 15,55' e le 16,25'.
La piazza è
invasa da una fitta marea umana che si calcola di circa 250.000
persone. L'attesa s'inizia fino dalle 14. Fra l'echeggiare delle
grida e dei canti della Rivoluzione e della Guerra, tutti guardano il
podio collocato davanti alla Porta Maggiore del Duomo e aspettano
l'apparizione del Duce. Questi giunge dal Corso; passa dietro le
balconate che fiancheggiano il podio — e appare improvviso alla
folla. Fra l'entusiasmo delirante, S. E. Achille Starace, Segretario
del Partito Nazionale Fascista, grida il «Saluto al Duce»,
a cui segue un'ovazione che dura parecchi minuti. Quindi il Duce
pronuncia questo Discorso, che ha il valore fondamentale del
compiersi d'un vasto ciclo storico e dell'inizio d'un nuovo ciclo. Il
Duce parla ai Camerati milanesi — ma parla, nel tempo stesso,
alla Nazione e al mondo. Per i Camerati milanesi Egli trova quegli
accenti d'ironia che sono proprii di un'oratoria quasi confidenziale;
e per loro Egli pronuncia, nella chiusa del discorso, l'appello e la
consegna per la valorizzazione dell'Impero. Ma alle Nazioni del mondo
il Duce dedica quella precisa determinazione del «punto»,
che lo induce ad un linguaggio chiaro, incisivo, fuori dagli equivoci
— inusitato nelle vecchie consuetudini diplomatiche, ma
necessario per la lealtà dei rapporti fra i Popoli. Parla come
il Capo di una Grande Potenza può parlare alle Potenze eguali
e minori. Determina con assoluta precisione la situazione politica
mondiale all'indomani della fondazione dell'Impero. Riconferma la
volontà di pace, proclamata nel Discorso di Bologna ma pone le
precise condizioni della pace.
Sino dalle prime
battute, gli ascoltatori presenti e gli innumerevoli ascoltatori
della radio, hanno l'impressione che il Duce si accinge a pronunciare
un Discorso di un'importanza eccezionale — e subito se ne
hanno, in tutta Europa, ripercussioni vastissime ed intense.
(segue...)
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