(segue) Per la premiazione del Concorso nazionale del grano
(6 dicembre 1936)
[Inizio scritto]
Sono io il primo a riconoscere
che la pratica totalitaria dell'ammasso nel 1936 ha dato luogo a
inconvenienti che sono stati eliminati non appena segnalati al
competente Ministero e che saranno totalmente eliminati nel 1937,
soprattutto per quanto concerne il pagamento del grano, che dovrà
essere effettuato all'atto della consegna, mentre saranno migliorate
tutte le attrezzature per quanto ha riguardo al funzionamento degli
ammassi.
A questo punto voglio fare un
elogio della disciplina veramente ammirevole di cui han dato ancora
una volta prova i rurali italiani, per le loro fatiche, per il loro
attaccamento alla terra — a questa terra italiana lavorata
lungo i millenni da generazioni e generazioni di contadini e che
costituisce il suolo sacro della Patria — per la loro tenacia,
per le coraggiose ed ormai universali applicazioni della tecnica più
moderna, per la loro fedeltà, per il loro patriottismo che si
è palesato in piena luce nella conquista dell'Impero, i rurali
italiani meritano un buon raccolto nel 1937 e meritano soprattutto
l'interessamento costante del Regime, il quale vuole raggiungere e
raggiungerà la meta segnata, la completa autonomia alimentare
del popolo italiano.
La folla, che
applaude quasi ad ogni frase, sottolinea con particolare entusiasmo
due punti del discorso: quando il Duce invita gli speculatori a
cambiare mestiere, e quando accenna al patriottismo dimostrato dalle
masse rurali per la conquista dell'Impero. Seguono le premiazioni.
Tra i premiati, Monsignor Chidane Mariam Cassa, Vescovo ordinario per
i cattolici di rito Etiopico nell'A. O. I., rivolge al Duce, anche a
nome delle popolazioni indigene, parole di devozione e di
gratitudine.
Alla chiusura
della cerimonia, S. E. Mussolini parla nuovamente per affermare che
«i rurali italiani non hanno bisogno di incitamento. I mesi di
ottobre e di novembre sono stati favorevoli e quindi, anche senza
abbandonarsi ad un soverchio ottimismo, si può essere sicuri
di raggiungere le mete».
(segue...)
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