Il viaggio in Libia
(12 marzo 1937)
Il Duce visita,
dopo 11 anni, la Libia. Nuove, grandi opere di civilizzazione vi sono
state compiute; il retroterra, fino al lontano Fezzan, interamente
pacificato e riordinato sotto la legge di Roma.
La conquista
dell'Impero ha accresciuto più che mai il prestigio
dell'Italia fra le popolazioni; la lunga e vittoriosa contesa con
l'Inghilterra e con la Società delle Nazioni ha conferito al
Governo fascista una fama di potenza che si diffonde in tutto il
Mediterraneo.
Il Duce sbarca il
12 marzo a Tobruk, accolto dal Governatore Maresciallo dell'Aria
Italo Balbo, dalle autorità e dalle popolazioni indigene;
inaugura la «Litoranea», grandiosa arteria di
comunicazione che attraverso la Libia unisce l'Egitto alla Tunisia;
in tale occasione Egli fa le seguenti dichiarazioni a un gruppo di
giornalisti egiziani, a proposito della «Litoranea» e dei
rapporti tra l'Italia e l'Egitto:
La grande strada inaugurata oggi,
nel suo primo tratto, dall'Egitto verso Occidente, è destinata
ad avere un'influenza decisa, per quello che riguarda le relazioni
economiche e turistiche fra l'Italia e l'Egitto. È un nuovo
vincolo fra i due Paesi, che ebbero, fino da tempi remoti, relazioni
amichevoli e che oggi possono tali relazioni fortificare e ampliare.
Dite, dite ai vostri lettori che il Governo e il popolo italiano
desiderano di vivere col popolo egiziano, nei termini della più
cordiale simpatia e amicizia.
S. E. Mussolini
prosegue nella visita a città, villaggi, cabile, concessioni,
zone archeologiche, passa in rivista formazioni militari, regionali
ed indigene; sosta nelle Case del Fascio, nelle scuole, s'interessa
della vita dei coloni, delle aspirazioni degli indigeni, interroga,
s'informa, risponde; il 14 marzo è al Villaggio «Luigi
Razza», nelle vicinanze di Cirene: lo abitano genti
dell'Abruzzo e della Calabria; ottanta famiglie, 627 persone. Un
cuore solo: l'Italia. Una fede sola: il Fascismo.
(segue...)
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