Ai giornalisti reduci dall'Africa
(8 maggio 1937)
L'8 maggio
1937-XV, il Duce riceve a Palazzo Venezia 145 giornalisti italiani
che hanno partecipato all'impresa d'Africa in qualità di
combattenti e gli inviati speciali che hanno seguito le operazioni di
guerra. Parla, per essi, il Ministro Alfieri: quindi il Duce si
rivolge ai giornalisti.
Dopo aver dichiarato che egli
aveva accettato molto volontieri la proposta del Ministro per la
Stampa di ricevere i giornalisti, dei quali ha seguito con attenzione
e interesse l'attività in A. O. I., afferma che essi devono
sentire tutta la fierezza e l'orgoglio d'avere avuto la fortuna di
poter partecipare direttamente agli avvenimenti svoltisi e che sul
quadrante della storia si verificano a distanza di secoli.
Tanto più che i
giornalisti, i quali hanno contribuito, con la loro attività
professionale alla preparazione morale della guerra, hanno potuto poi
viverla e, quindi, essere nelle migliori condizioni per descriverla.
Il Duce prosegue dicendo che in
queste giornate il popolo italiano vive al cospetto del mondo,
l'orgoglio e la gioia della raggiunta potenza, e, rivolgendosi ai
giornalisti combattenti, sottolinea che sopra tutti essi possono
intendere come oggi, in particolar modo, la funzione della stampa sia
una funzione di combattimento, per il quale le intelligenze devono
essere preparate e guidate unicamente da una incrollabile fede che
sola può vincere qualunque ostacolo e qualsiasi difficoltà.
Rinnovando ai presenti parole di
schietta simpatia e di cameratismo il Duce manifesta la certezza che
i giornalisti sapranno valorizzare e difendere l'Impero, sia con la
loro attività professionale, sia, ove fosse necessario e,
contro chiunque, riprendendo le armi.
(segue...)
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